Non basterebbe tutto l’oro del mondo per restituire indietro la vita di un familiare, interrotta per responsabilità che sono ascrivibili anche allo Stato. Il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente parla di una ferita che si riapre per tutta la città.
La ferita è quella inferta dalla presidenza del Consiglio dei ministri che ha richiesto indietro le provvisionali pagate come anticipo dei risarcimenti ai familiari di 29 delle 309 vittime del sisma dell’Aquila, quelle per le quali la sentenza di primo grado del processo alla Commissione Grandi Rischi ravvisò il nesso di causa-effetto.
In sostanza le dichiarazioni dei componenti dell’organo consultivo scientifico della presidenza del Consiglio dei ministri avrebbero indotto le persone a restare a casa durante lo sciame sismico in atto da mesi, trovando così la morte.
“Alla luce della tragicità degli accadimenti dell’aprile 2009, della tragicità e complessità della vicenda giudiziaria nota come ‘processo Grandi Rischi’, per il rispetto che si deve portare alle stesse vittime, ai loro familiari e all’intera comunità aquilana, Le chiedo di individuare con la sensibilità che la contraddistingue la giusta soluzione, che preveda il ritiro della richiesta di restituzione del risarcimento”.
Così scrive il sindaco al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, andando ad aggiungere la sua voce a quella dei tanti che hanno chiesto al Governo di tornare sui suoi passi: fra loro anche i familiari delle vittime dell’albergo di Rigopiano travolto da una slavina. E mentre la battaglia legale a livello civile è ormai partita, con gli avvocati Della Vigna e De Luca che difendono alcuni familiari delle vittime e che hanno inviato a loro volta un atto di costituzione in mora alla presidenza del Consiglio e al dipartimento di Protezione civile, Cialente rincara la dose:
“Siamo di fronte a un Paese che si sta spappolando dice – e che non ha cuore la sicurezza”.
Infine, l’affondo alla Grandi Rischi:
“Un organo che non ha alcuna validità scientifica”.
Non c’è bisogno di un sindaco della stessa parte politica ad invocare il retromarcia del governo, che ha richiesto indietro i soldi del risarcimento ai parenti di 29 delle 309 vittime del terremoto di alcuni anni fa! Che vergogna e che amarezza! E’ successa la stessa cosa con il gioco degli 80 Euro concessi tra due limiti di reddito(prima li hanno dato e dopo ripresi velocemente! Come fa il sindaco di sempre de L’Aquila a contraddire la “sua” stessa parte politica, dopo avere sparlato delle altre? Così è per la legge della legittima difesa, perpetrata ad “arte”con l’inganno per appagare le cose loro! Qualsiasi inchiesta si fa in Italia contro questa parte politica, soprattutto quando ci sono lobby e famiglie di mezzo legate a lei, tutto viene rimosso tutti vengono assolti! Piuttosto si condannano i magistrati! Vedi anche il caso delle “ong” e della consip! Avere letto, ritornando alla notizia, spiegata “chiaramente” da voi in questo servizio, provoca non solo rabbia ma anche e, soprattutto, tristezza per la gente, per i ragazzi morti in seguito al crollo dell’ostello degli studenti a L’Aquila! Tutti assolti i “presunti” colpevoli, forse i veri colpevoli sono i poveri morti che si stanno rigirando dentro la tombe! Comunque il detto famoso di questo governo: “non vi abbandoneremo!” è una frase che è ormai di moda quando i politici vanno in giro nelle zone disastrate! Poveri noi, poveri genitori e parenti delle vittime! Vergogna! Stipendi favolosi, pensioni scandalose, vitalizi schifosi ereditari ed intoccabili :questi sono i politici presenti e passati, questi anche da morti ci spillano i “nostri” soldi, che prima fanno finta di darli e dopo se li riprendono! David