Prosegue il presidio dei lavoratori interinali della Società Attiva davanti al Comune di Pescara. Il sindaco Marco Alessandrini li ha incontrati per una parola di conforto. In 70 chiedono la stabilizzazione. Si sentono abbandonati da tutti.
Il sindaco di Pescara Marco Alessandrini, stamani entrando a Palazzo di Città, li ha voluti incontrare per esprimere la sua vicinanza e solidarietà. Loro, i 70 lavoratori interinali della Società Attiva, si sentono abbandonati e presi in giro. Parlano di un concorso farsa e di irregolarità compiute nel richiamare alcuni dipendenti. Intanto prosegue il presidio permanente davanti al Municipio di Pescara. Nonostante le
rassicurazioni arrivate da Regione Abruzzo e Comune i 70 interinali della municipalizzata si sentono abbandonati. Con i contratti scaduti, dopo 8 anni consecutivi di lavoro nella pulizia della città chiedono la stabilizzazione.
“Non contestiamo il concorso, ma l’unica proposta fattaci dalle istituzioni è quella di un altro concorso”. Di qui il presidio e l’annuncio di un corteo sabato prossimo. “Nell’incontro di ieri più che un muro contro muro la nostra è stata una macchina che si è schiantata contro un muro – ha detto il portavoce Manolo Da Silva ai microfoni di Rete8 riferendosi al tavolo di lavoro avuto ieri a palazzo di città con le istituzioni – Anzi, rispetto ai precedenti faccia a faccia sono stati fatti tre, quattro passi indietro”. “Il concorso pubblico ci può stare ci mancherebbe, hanno aggiunto, noi non contestiamo il concorso, ma il fatto che abbiamo lavorato per otto anni di seguito nella stessa azienda, sempre gli stessi. Cosa non prevista dalle norme di legge in materia di lavoro; oggi i nodi vengono al pettine e si crea questa situazione difficile, per noi che siamo senza lavoro e per chi è stato assunto con il concorso perché, nel caso fosse irregolare, ma non lo sappiamo ancora, saranno anche loro a preparare un
ricorso. La verità, aggiunge sconfortato Giuseppe Granata, un altro dei lavoratori del presidio, è che non vediamo più la luce in fondo al tunnel. Ci sentiamo presi in giro”.