Sono soltanto tre per ora i dipendenti che oggi hanno potuto cominciare a lavorare all’Accord Phoenix, ma è comunque un importante passo avanti verso la definizione del piano di assunzioni dell’azienda specializzata nello smaltimento di rifiuti elettronici.
L’Accord Phoenix si è insediata nell’ex polo elettronico dell’Aquila oltre un anno fa e ancora non entrata nel vivo della produzione per questioni burocratiche a cui si sono aggiunte anche vicende giudiziarie. Oggi dunque primo giorno di lavoro per tre dei circa 100 lavoratori complessivi che l’azienda voluta dall’imprenditore inglese Ravi Shankar, dovrà assumere nelle prossime settimane. Un’azienda, l’Accord Phoenix, attesa dai lavoratori rimasti disoccupati e che per i sindacati è forse l’unico sito produttivo in grado, in questo momento storico, di procedere ad assunzioni per dare respiro a un comparto occupazionale in grande affanno nel capoluogo di regione. Nel dicembre 2016 la Guardia di Finanza aveva sequestrato il sito su cui sospettava operazioni di stoccaggio illegale di rifiuti pericolosi e altre anomalie, mentre secondo gli inquirenti sarebbe stato costruito un quadro “fittizio” per far ottenere ad Accord Phoenix, tramite Invitalia, il finanziamento pubblico di 10 milioni di euro di cui è stata destinataria.
In seguito al rinvio a giudizio Shankar, amministratore delegato dell’azienda, che ha patteggiato, si era dimesso dal suo incarico pur rimanendo nel cda aziendale, e al suo posto è arrivato durante l’estate, l’ingegnere Giuseppe Carrella, ex Telecom.
Il giudice ha poi riconosciuto l’attività svolta dall’azienda per mettersi a norma e dotarsi di tutte le certificazioni necessarie, dissequestrando il sito. I tre dipendenti che da oggi hanno potuto cominciare a lavorare sono figure esecutive che fanno parte dell’organizzazione strutturale dell’azienda, in vista della partenza vera e propria dell’attività: due le linee produttive che dovrebbero essere avviate a breve: è infatti cominciata la formazione degli operai sulle linee di produzione tedesche, mentre si stanno per concludere gli ultimi ritocchi sulla pavimentazione industriale.
Delle due linee, una interverrà con un pre-trattamento manuale sui materiali di rifiuto elettronico, di cui viene fatta una preselezione prima di essere inseriti nei macchinari che con procedimenti meccanici molto sofisticati estrapolano i diversi elementi puri al 96%: plastica, alluminio, rame e ferro, che poi saranno immessi nel mercato per il loro riutilizzo.