Carichieti, “La fine dei fatti”. Secondo la stampa, e soprattutto secondo la Banca d’Italia, e’ caso unico in Italia il fatto che un dipendente con mansioni di autista assuma de facto l’amministrazione di una azienda bancaria. E’ quanto si legge nella premessa della pubblicazione on line “La fine dei fatti” dedicata dai rappresentanti sindacali di CGIL CISL e FABI al caso Carichieti.
Fino al 2009 le diverse sigle sindacali rappresentavano circa il 75% delle lavoratrici e dei lavoratori; tale equilibrio tra le forze sindacali ha retto nel tempo nonostante l’avvicendarsi di ben 5 Direttori Generali (D’Antonio, Melena, Vitacolonna, Donini, Di Tizio) e ha permesso, nel tempo, di raggiungere diversi obiettivi, tra cui C.I.A., polizza sanitaria, fondo pensione autonomo, ticket pasto, ricalcolo della scala mobile sul premio di rendimento. Nel giro di due settimane l’azienda comunica la cancellazione, all’improvviso, di oltre 350 iscritti (fonte Fabi); in poco tempo una sola sigla sindacale, la Falcri, ottiene la quasi totalità degli iscritti. Tutto ciò avviene con una regia preordinata al fine di creare un unico sindacato di riferimento. E’ ancora uno dei passaggi presenti nel testo sugli accadimenti avvenuti in Banca Carichieti. Il caso della Banca Carichieti, oggi Banca Teatina e, tra alcuni mesi, UBI Banca, è stato citato, per la sua particolarità, come una vicenda unica in Italia. Si è giunti a tale situazione per la crisi, per le scelte sbagliate, per mancanza di idee e proposte per lo sviluppo economico e sociale sul territorio ma anche, e soprattutto, a seguito di comportamenti poco chiari. E’ quanto hanno ribadito nel corso di una conferenza stampa, Francesco Trivelli, Domenico Avitto e Claudio Bellini, ripsettivamente rappresentanti di Cgil, Fabi e Cisl. La profondità e la complessità del mutamento di tale realtà creditizia hanno avuto un impatto negativo sullo sviluppo, sulle imprese, sulle lavoratrici e i lavoratori, sulle famiglie e i pensionati e tale crisi bancaria, benché oggi abbia trovato una soluzione con un importante gruppo bancario – UBI -, continuerà ad avere, per
molto tempo, ricadute negative sull’intero Abruzzo. In ragione di ciò, si è giunti alla conclusione che occorreva ricostruire quanto è avvenuto, nel dettaglio, nella Banca Carichieti, negli ultimi 7 anni. Un lavoro che si pone l’obbiettivo di lasciare una memoria storica sugli accadimenti, nell’ultima banca autonoma sul territorio Abruzzese. In sintesi, è una ricostruzione dei fatti effettuata con documenti sindacali e non, articoli di quotidiani locali, pubblicazioni e quant’altro, a cui potrà essere data un’attenta lettura, gratuitamente, con un’applicazione moderna in una pubblicazione on-line e, quindi, da poter sfogliare e leggere ovunque. Il futuro ha bisogno di conoscere il passato. Il libro di circa 130 pagine è consultabile sul sito librocarichieti.it