Manifestazione davanti e all’interno del tribunale dell’Aquila in segno di solidarietà a Nadia Lioce, la brigatista rossa reclusa nel carcere Le Costarelle del capoluogo abruzzese in regime di 41 bis, il carcere duro.
A organizzare l’evento, che ha fatto registrare un ingente spiegamento di forze dell’ordine, il Movimento femminista proletario rivoluzionario, in occasione della nuova udienza del processo per gli insulti a un agente penitenziario e disturbo della quiete del carcere, che vede alla sbarra Lioce, condannata per gli omicidi di Massimo D’Antona e Marco Biagi e del sovrintendente di Polizia Emanuele Petri. L’udienza alla quale Lioce ha partecipato, in audioconferenza dal carcere, è stata rinviata al 28 settembre prossimo, quando verranno ascoltati il direttore della struttura carceraria e una detenuta.
Ieri non sono stati ascoltati testimoni. Durante l’udienza i manifestanti che sono riusciti a entrare nell’aula hanno rumoreggiato, ma sono stati messi a tacere dall’intervento dei giudici. Del gruppo di solidali a Nadia Lioce, 31 sono stati condannati per iniziative analoghe nel novembre scorso. Lioce è rinchiusa da 13 anni nella sezione femminile del 41bis, regime che lo scorso settembre le è stato prorogato, ancora una volta, per altri due anni.
“A Taranto, Palermo, Ravenna, Bergamo e altre città ci saranno analoghi presidi – spiegano i manifestanti in una nota – promossi in solidarietà di Lioce, contro la tortura del 41 bis e la criminalizzazione di chi lo combatte”. Lioce, si evidenzia ancora, “per la sua protesta rischia l’applicazione anche dell’articolo 14 bis, con ulteriore peggioramento delle sue condizioni detentive. Ma Lioce, con la sua protesta, ha messo a nudo il ‘re’, mostrando a tutti l’orrore del 41 bis”.