Ventisette mesi straordinari. Ventisette mesi appassionati. Ventisette mesi rocamboleschi. Questo (e molto altro) furono i due anni e poco più trascorsi da Gabriele d’Annunzio a Napoli, dall’agosto 1891 al dicembre del 1893.
E il racconto di una stagione tanto importante nella vita del Vate sta tutto in Come un sogno rapido e violento, il libro di Tobia Iodice da poco uscito per la storica casa editrice Carabba. Una cronaca affascinante, a tratti quasi ipnotica, ricca di aneddoti e di documenti inediti e curiosi, dei fatti (tanti) e misfatti (forse ancor di più) accaduti all’illustre pescarese all’ombra del Vesuvio. E pensare che a Napoli d’Annunzio ci arrivò per fuggire a una delusione! Non d’amore però (quelle era lui a procurarle alle sue infinite amanti), bensì di lavoro. Bocciato infatti senza appello dall’editore milanese Treves il suo secondo romanzo, L’Innocente, lo scrittore decise di seguire l’amico pittore Francesco Paolo Michetti nel capoluogo campano, per annegare la delusione. In città avrebbe dovuto rimanerci solo pochi giorni, ma poi la sirena Partenope gli spalancò le braccia e il divo Gabriele rimandò continuamente la partenza conoscendo nuovi, inaspettati successi, avventure ai confini della realtà, come le sedute spiritiche nella casa della misteriosa nobildonna russa madame Polozow durante le quali incontrò e si scontrò con un fantasma, ma pure ennesimi tracolli finanziari.
Di tutto questo, ma anche delle opere che il Vate compose e pubblicò in quel periodo della sua vita, parleranno con l’autore del libro domani, sabato 30 marzo, a partire dalle 9:30, presso la casa natale del Poeta, in corso Manthoné, gli studenti dei licei “Da Vinci” e “Misticoni”. Un incontro organizzato e coordinato dalla professoressa Oriana Bovio, dello Scientifico dei colli, in collaborazione con Marina Desiderio, docente presso l’Artistico, Musicale e Coreutico di viale Kennedy, che ha più d’un motivo d’interesse. In primis, quello che forse per la prima volta a confrontarsi su d’Annunzio con un illustre esperto non ci sarà un solo istituto cittadino bensì l’inedita accoppiata di due scuole storiche del territorio. In seconda battuta poi, che al termine della lectio magistralis di Iodice, alcuni studenti del “Misticoni” si esibiranno in una performance musicale, eseguendo alcune delle più celebri arie di Francesco Paolo Tosti su testi dell’ Imaginifico. Tra queste, ovviamente, la famosa ‘A Vucchella, composta da d’Annunzio proprio a Napoli.
«In una realtà tanto complessa e dinamica come quella di oggi», sottolinea allora la professoressa Bovio, che già altre volte ha promosso per gli alunni del suo liceo incontri con studiosi e scrittori, «è necessario sperimentare strategie didattiche nuove, ed offrire ai ragazzi occasioni preziose di crescita e di confronto, anche con i loro pari, proprio come quelle che essi vivranno sabato». Le fa eco la professoressa Desiderio: «Con questo appuntamento vogliamo provare ad immaginare un modo alternativo di fare scuola: aperto al e sul territorio. Perché soltanto così riusciremo ad offrire ai nostri ragazzi quella pluralità di suggestioni e di stimoli di cui essi sono affamati». Insomma, sarà un’inedita ma agguerrita pattuglia di giovani menti quella che accompagnata dalle due intraprendenti docenti affollerà le sale della casa dove il Vate nacque il 12 marzo 1863. E chissà che proprio da momenti come questi non possano nascere idee e progetti per un approccio diverso alla figura di d’Annunzio. Meno paludato e retorico di quello che per troppo tempo si è visto in città e non solo.