Condannato a 3 anni e 10 mesi di reclusione, e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per il custode del convitto di Alanno accusato di violenza sessuale nei confronti di cinque studenti ospiti della struttura, che all’epoca dei fatti erano minorenni.
La condanna, emessa questa mattina dal tribunale collegiale di Pescara, è relativa ai fatti riguardanti i due giovani costituitisi parte civile tramite gli avvocati Carlo Corradi e Concetta Di Luzio. Per i fatti riguardanti le altre tre parti offese, non costituitesi in giudizio, l’imputato è stato assolto per insussistenza del fatto. L’imputato è stato anche condannato ad un risarcimento di 10 mila euro a testa a favore dei due ragazzi molestati, e alla misure del divieto di avvicinamento a minori per la durata di un anno. Il Pm aveva chiesto una condanna a 5 anni, ma il collegio ha determinato la pena calcolando lo sconto previsto dal ricorso al rito abbreviato e bilanciando la diminuente comportata dalla concessione delle attenuanti generiche con l’aumento di pena generato dal riconoscimento dell’aggravante di aver compiuto il reato all’interno dell’istituto, con abuso dei poteri e violazione dei doveri del pubblico servizio. L’imputato, presente in aula, come pure una delle parti offese, ha accolto la sentenza senza particolari reazioni. I fatti contestati si sono verificati a cavallo tra il 7 febbraio e il 22 marzo del 2018. Secondo l’accusa, di sera, all’interno del convitto, l’imputato in più occasioni avrebbe attirato i ragazzi nella sua stanza e, con la scusa di guardare la televisione insieme a loro, avrebbe compiuto gli abusi. Le voci giunsero alla dirigenza scolastica che denunciò tutto ai carabinieri facendo scattare l’inchiesta: furono installate delle telecamere all’interno dell’Istituto e le immagini avvalorarono le accuse.