I giovani attivisti di Fridays For Future Pescara si preparano al Terzo Sciopero Globale per il Clima: domani, venerdì 27 settembre, appuntamento all’Arena del Mare (Madonnina del Porto) alle ore 9.
Rispondendo alla chiamata internazionale di una settimana di mobilitazione per il clima, dopo una serie di azioni e incontri organizzati con la
cittadinanza durante la Climate Action Week, il movimento continua a farsi sentire con rivendicazioni sul piano comunale, regionale e nazionale.
“Che chi ci governa lo accetti o no, l’emergenza climatica è già qui – affermano le attiviste e gli attivisti del gruppo Fridays For Future Pescara – Dopo gli scioperi per il clima di marzo e maggio, le assemblee e le azioni portate avanti negli ultimi mesi, la mitigazione del riscaldamento globale è tornata al centro del dibattito pubblico nazionale e locale, ma la politica rischia di fermarsi agli slogan. Lottiamo per un cambiamento che parta da noi stessi, dagli stili di vita e dal quotidiano, ma non possiamo ignorare dov’è il nocciolo delle responsabilità”.
Il movimento Fridays For Future chiede al Comune di Pescara di dichiarare l’emergenza climatica e applicare un piano di azione per il clima con scadenze e vincoli precisi. Inoltre chiede la tutela del verde urbano e la divisione delle reti fognarie che consenta di andare verso il recupero dell’acqua piovana, anche in funzione anti allagamento. Gli attivisti sollecitano inoltre un servizio di trasporto pubblico gratuito e sostenibile, integrato da incentivi alla mobilità ciclabile, l’abbandono delle energie fossili e l’investimento nelle energie rinnovabili.
FFF invita la Regione Abruzzo a migliorare le reti idriche per evitare gli ingenti sprechi attuali e a prendere posizione contro il gasdotto SNAM, opera inutile e contraria alla transizione energetica richiesta a livello globale.
A livello nazionale, il movimento rivendica la necessità che il governo italiano superi gli obiettivi dell’Accordo di Parigi stabiliti nel 2015, rispetti le promesse elettorali contro le grandi opere, e ritiri le leggi che incentivano la produzione e il consumo dell’energia utilizzando biomasse, che promuovono la deforestazione e lo smaltimento dei fanghi di depurazione in agricoltura.
“Al di là delle rivendicazioni delegate alle istituzioni, continueremo a praticare l’autorganizzazione di iniziative ecologiste, ispirate ai principi di giustizia climatica e di solidarietà attiva alle popolazioni massacrate da incendi e deforestazioni. Cambiamo il sistema, non il clima!”
Qualche giorno fa, in un post su Facebook, qualcuno scriveva che è fondamentale distruggere Greta Thunberg, sminuirla, ridicolizzarla, infangarla, gridare al complotto, diffondere il sospetto che dietro di lei ci siano burattinaio senza scrupoli. Lo fa per soldi! È mossa dalla brama di visibilità dei genitori… e così via, hater dopo hater. Eppure, si legge ancora nel post, quando mai gli ambientalisti hanno fatto paura a qualcuno? Quando mai abbiamo visto una simile potenza di fuoco contro persone e organizzazioni ben più strutturate di questa ragazzina con le trecce? Il fatto è che Greta, con la sua passione accorata e le sue spigolosità fondamentaliste, fa paura non tanto per lo strenuo ambientalismo, ma perché i suoi pochi, minuscoli 17 anni sembrano già in grado di creare una coscienza generazionale. Dunque gli odiatori di Greta sono gli anticorpi del sistema, ma è lo stesso sistema che domani porterà in piazza i derubati del futuro, pronti a combattere i cambiamenti climatici e chi li governa.
E a proposito di haters, di odiatori, ecco cosa scriveva su Fb Greta Thunberg lo scorso 2 febbraio:
“Recentemente ho visto molte voci che circolano su di me ed enormi quantità di odio. Non è una sorpresa. So che, visto che la maggior parte delle persone non è a conoscenza del pieno significato della crisi climatica (comprensibile, visto che non è mai stata trattata come una crisi) uno sciopero scolastico per il clima potrebbe sembrare molto strano alle persone in generale. Quindi, lascia che io chiarisca alcune cose sul mio sciopero della scuola.
Nel maggio del 2018 sono stata uno dei vincitori di un concorso di scrittura sull’ambiente tenuto da Svenska Dagbladet, un quotidiano svedese. Ho fatto pubblicare il mio articolo e alcune persone mi hanno contattato, tra le altre c’era Bo Thorén di Fossil Free Dalsland. Ha organizzato una specie di gruppo con le persone, in particolare giovani che volevano fare qualcosa per la crisi climatica.
Ho avuto un paio di incontri al telefono con altri attivisti. L’obiettivo era quello di presentare idee di nuovi progetti che avrebbero portato l’attenzione sulla crisi climatica. Bo aveva qualche idea di cose che potevamo fare, dalle marce ad un qualche tipo di sciopero della scuola. L ‘ idea è stata ispirata dagli studenti di Parkland che si erani rifiutato di tornare a scuola.
Mi è piaciuta l’idea di uno sciopero della scuola. Così l’ho sviluppata e ho cercato di far sì che gli altri giovani si unissero a me, ma nessuno era veramente interessato. Hanno pensato che una versione svedese della marcia dell’Ora Zero avrebbe avuto un impatto maggiore. Così ho iniziato a pianificare lo sciopero della scuola da sola e dopo non ho partecipato ad altri incontri.
Quando ho detto ai miei genitori dei miei piani non erano molto convinti. Non hanno sostenuto l’idea e mi hanno detto che se lo avessi fatto avrei dovuto farlo completamente da sola e senza il supporto da parte loro.
Il 20 di agosto mi sono seduta fuori dal Parlamento svedese. Ho consegnato volantini con una lunga lista di fatti sulla crisi climatica e spiegazioni sul motivo per cui ne sono rimasta colpita. La prima cosa che ho fatto è stata postare su Twitter e Instagram quello che stavo facendo, presto è diventato virale. Poi i giornalisti e i giornali hanno iniziato ad arrivare. Un imprenditore e uomo d’affari svedese attivo nel movimento climatico, Ingmar Rentzhog, è stato tra i primi. Ha parlato con me e ha scattato delle foto che ha pubblicato su Facebook. Questa è stata la prima volta che l’ho incontrato o parlato con lui.
Molte persone amano diffondere voci dicendo che ho persone ‘dietro di me’ o che sono ‘pagata’ o ‘usata’ per fare quello che sto facendo. Ma non c’è nessuno ‘dietro’, se non per me stessa. I miei genitori erano il più lontano possibile dagli attivisti per il clima, prima che fossero a conoscenza della situazione.
Io non faccio parte di nessuna organizzazione. A volte appoggio e collaboriamo con diverse ONG che lavorano con il clima e l’ambiente. Ma io sono assolutamente indipendente e rappresento solo me stessa. E faccio quello che faccio completamente gratis, non ho ricevuto alcun denaro o nessuna promessa di pagamenti futuri in nessuna forma. E nemmeno nessuno legato a me o alla mia famiglia lo ha fatto.
E ovviamente rimane così. Non ho incontrato un solo attivista per il clima che stia combattendo per i soldi. Quest’idea è del tutto assurda.
Inoltre viaggio solo con il permesso della mia scuola e i miei genitori pagano per i biglietti e le sistemazioni.
Con la mia famiglia ho scritto un libro su di noi e su come io e mia sorella Beata abbiamo influenzato il modo di pensare e di vedere il mondo, soprattutto quando si tratta di clima, e sulla nostra patologia. Quel libro doveva essere pubblicato a maggio, ma visto il contenzioso nato con l’editore, lo abbiamo cambiato ed è stato pubblicato ad agosto. Prima dell’uscita del libro i miei genitori hanno fatto capire che i possibili profitti dal libro “Scener tua hjärtat” andranno a 8 diverse organizzazioni di beneficenza che lavorano con l’ambiente, i bambini con diagnosi e i diritti degli animali.
E sì, scrivo da sola i miei discorsi. Ma visto che so che quello che dico sta per raggiungere molte, molte persone, ho anche alcuni scienziati ai quali chiedo spesso aiuto su come esprimere questioni complicate. Voglio che tutto sia assolutamente corretto, in modo da non diffondere fatti sbagliati, o cose che possono essere fraintese.
C ‘è chi mi prende in giro per la mia patologia. Ma l’Asperger non è una malattia, è un dono. La gente dice anche che, visto che ho l’sindrome di Asperger, non avrei mai dovuto mettermi in questa posizione. Ma è proprio per questo che l’ho fatto. Perché se fossi stata ‘normale’ e ‘sociale’ avrei creato un’organizzazione, ma visto che non sono così brava a socializzare, ho fatto da sola. Ero così frustrata che non si stava facendo nulla per la crisi climatica e mi sembrava di dover fare qualcosa, qualsiasi cosa. E a volte NON fare cose – come sedersi fuori dal Parlamento – parla molto più forte che farle. Proprio come un sussurro a volte è più forte di un urlo.
Dicono che ‘suono e scrivo come un adulto’. Su questo posso solo dire: non pensate che una ragazzina di 16 anni possa parlare da sola? Quando dico che la crisi climatica è una questione in bianco e nero, che dobbiamo fermare le emissioni di gas a effetto serra e che voglio lo dico solo perché è vero. Sì, la crisi climatica è la questione più complessa che abbiamo mai affrontato e tutti dovrebbero essere dalla nostra parte per fermarla. Dobbiamo fermare le emissioni di gas a effetto serra. Perché o si limita il riscaldamento a 1,5 gradi C sopra i livelli pre industriali, o non perdiamo. O raggiungiamo un punto di svolta in cui iniziamo una reazione a catena con eventi ben oltre il controllo umano, o non lo facciamo. O andiamo avanti come una civiltà, o non lo facciamo. Non ci sono zone grigie quando si tratta di sopravvivenza.
E quando dico che voglio che tu venga preso dal panico, voglio dire che dobbiamo trattare la crisi come una crisi. Quando la tua casa è in fiamme non ti metti a parlare di quanto bella puoi ricostruirla una volta che hai spento il fuoco. Se la tua casa è in fiamme tu corri via e ti e assicuri che tutti siano fuori mentre chiami i vigili del fuoco. Questo richiede un certo livello di panico.
C ‘è un altro argomento su cui non posso fare nulla. È il fatto che sono ‘solo una ragazzina, non dovremmo ascoltare i bambini’. Ma questo si risolve facilmente: se tutti ascoltassero gli scienziati e i fatti a cui faccio continuamente riferimento, allora nessuno dovrebbe ascoltare me o le altre centinaia di migliaia di ragazzi in sciopero per il clima in tutto il mondo. Poi potremmo tornare tutti a scuola.
Io sono solo un messaggero, eppure mi arriva tutto questo odio. Non sto dicendo nulla di nuovo, dico solo quello che gli scienziati hanno più volte detto da decenni. E sono d’accordo con te, sono troppo giovane per farlo. Noi bambini non dovremmo farlo. Ma visto che quasi nessuno sta facendo nulla, e il nostro stesso futuro è a rischio, ci sembra di dover continuare.
E se avete altre preoccupazioni o dubbi su di me, allora potete ascoltare il mio TED talk (https://www.ted.com/talks/greta_thunberg_the_disarming_case_to_act_right_now_on_climate/up-next), in cui parlo di come è iniziato il mio interesse per il clima e l’ambiente.
E grazie a tutti per il vostro gentile supporto! Mi porta speranza.
Greta
Ps. Sono stata per breve tempo un consulente giovanile per il consiglio di amministrazione della Fondazione no profit ‘Non abbiamo tempo’. Si è scoperto che hanno usato il mio nome come parte di un’altra filiale della loro organizzazione che è un’attività di start up. Hanno riconosciuto chiaramente di averlo fatto senza la conoscenza di me o della mia famiglia. Non ho più nessun legame con “Non abbiamo tempo”. E nemmeno nessuno della mia famiglia. Si sono profondamente scusati e ho accettato le loro scuse”.
Per saperne di più sui cambiamenti climatici si può vedere la puntata “Effetto farfalla” della trasmissione di Rete8 Il Lato Positivo.