“La Regione riveda al più presto la collocazione in fascia rossa del comune di Montesilvano, unico centro, assieme a Città Sant’Angelo, dell’intera area metropolitana Chieti-Pescara, costretto a subire ancora pesanti restrizioni alle attività produttive, con conseguenti perdite di fatturato”.
Lo chiede il direttore della Cna di Pescara, Carmine Salce, secondo cui “la misura restrittiva, ancorché giustificata formalmente dall’esistenza di indici superiori alla norma nel territorio di Montesilvano, stride con una lettura della realtà per quella che è effettivamente. Molte attività commerciali ed artigianali saranno costrette a restare chiuse, a differenza di quanto accade a pochissimi chilometri di distanza, e cioè a Pescara: una condizione che, in prossimità delle festività pasquali, potrebbe rivelarsi catastrofica per le categorie coinvolte, come abbigliamento e gioiellerie”.
Per Salce, tra l’altro, queste restrizioni non avrebbero effetti apprezzabili sulla tutela della salute: “I confini tra le due città, per le quali è in corso da anni un processo di fusione istituzionale, sono sempre stati di fatto solo virtuali, visto il quotidiano processo di osmosi tra le due realtà: in sostanza, la chiusura della sola Montesilvano finirebbe per favorire un afflusso incontrollato verso il capoluogo, con le prevedibili conseguenze negative anche di natura sanitaria per Pescara, vista la sostanziale impossibilità di applicare nei fatti il divieto di spostamento”. A detta della Cna di Pescara, “se la Regione insistesse nel mantenere la propria scelta, toccherebbe ad essa anche l’onere di prevedere forme di indennizzo speciale, con proprie risorse, per le realtà che restano in zona rossa”.