Elettrodotto Terna: violenza privata, assolti deputati M5s. Sit in Cepagatti 2014, no anche a interruzione pubblico servizio.
”A seguito di un processo durato cinque anni”, scaturito dalle querele sporte dai funzionari dell’azienda Terna Spa, ”è arrivata nella giornata di ieri la sentenza di assoluzione ‘perché il fatto non sussiste’ per il Capogruppo M5S in Regione Abruzzo Sara Marcozzi e per i deputati Daniele Del Grosso e Gianluca Vacca”.
Lo fa sapere il M5S abruzzese che spiega come ”i tre erano stati accusati di ‘Interruzione di pubblico servizio’ e ‘Violenza privata’, per i fatti risalenti all’11 novembre 2014 quando, insieme a un centinaio di cittadini e al deputato Carlo Sibilia, anch’esso assolto, parteciparono al Sit-in indetto dal Comitato “No elettrodotto Villanova-Gissi” che si opponeva alla realizzazione dell’Elettrodotto Terna. Si tratta della stessa struttura che verrà inaugurata venerdì prossimo alla presenza del Capo dello Stato Mattarella.
“Riteniamo – affermano gli esponenti grillini – che questo fosse l’unico epilogo possibile della vicenda a seguito dei fatti avvenuti e dei reati che ci sono stati contestati. Non possiamo che esprimere la nostra soddisfazione per il pronunciamento, che certifica come il diritto di manifestare pacificamente a sostegno di una causa, nel caso specifico la difesa del nostro territorio, rimanga intatto e intoccabile. Negli anni in cui il processo ha avuto seguito, abbiamo scelto di aspettarne in silenzio l’evoluzione, evitando di fare comunicati stampa o post sui social network, al fine di rispettare le istituzioni che rappresentiamo e il lavoro dei giudici. Oggi siamo fieri che ci sia stato riconosciuto il fatto di aver svolto il nostro ruolo in difesa dei cittadini abruzzesi, rimanendo all’interno delle prerogative previste dalla legge”. “La nostra azione in quell’11 novembre 2014, infatti, non è stata altro che partecipare a un Sit-in al fianco dei cittadini che si videro espropriare i terreni per il passaggio dell’elettrodotto senza preavviso, con ristori economici irrisori e per mezzo di procedure da sempre contestate perché non in ossequio delle prescrizioni di legge. Una situazione che, da abruzzesi prima ancora che da politici, non potevamo accettare”.