Anno di riscatto per l’olivicoltura italiana dopo la campagna dello scorso anno, considerata la peggiore di sempre. L’ Abruzzo fa registrare una crescita di produzione di olio di oliva pari al 52%.
Con il 2019-2020 il made in Italy olivicolo produrrà, a livello nazionale, più di 330.000 tonnellate di olio, raddoppiando (+89%) la produzione finale dell’anno passato, attestatasi intorno alle 175.000 tonnellate di prodotto. Dal punto di vista geografico le previsioni produttive parlano di una grande annata al Sud, un crollo del Nord e una tenuta del Centro Italia. A indicare la stima produttiva è un’indagine degli osservatori di mercato di Cia-agricoltori italiani, Italia Olivicola e Associazione italiana frantoiani oleari (Aifo). Traino della ripresa olivicola nazionale, insieme alle altre regioni del Sud, è la Puglia che da sola produrrà quasi il 60% dell’olio extravergine d’oliva nazionale con un incremento produttivo di un +175% . In chiaroscuro il bilancio del Centro Italia dovuto alla ciclicità che caratterizza la produzione olivicola e al ritardo della fioritura causata dalle basse temperature di inizio primavera. In particolare è registrato +52% per l’Abruzzo e un +63% per le Marche. Cala invece il Lazio (-19%), la Toscana (-20%), l’Umbria (-28%) e l’Emilia-Romagna (-50%). Maglia Nera al Nord. Gli analisti segnalano inoltre che “la qualità dell’olio extravergine d’oliva sarà assolutamente eccellente, soprattutto grazie agli interventi e alle spese sostenute dagli agricoltori nei mesi estivi per l’irrigazione dei campi”. “Dopo un 2018 catastrofico per il settore, finalmente un’inversione di tendenza che ricompensa in parte i nostri produttori” , afferma il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino. “Ora – aggiunge – bisogna premiare la filiera agricola che si impegna nella produzione di un olio di qualità, garantendo prezzi più equi, adeguati e remunerativi”.