Il Convitto nazionale Domenico Cotugno, con 42 iscritti, quest’anno riuscirà ad aprire dopo aver scongiurato il rischio chiusura per non aver raggiunto, a giugno, il numero minimo. Ma il problema si ripropone per il prossimo anno scolastico. Lo spiega la Flc Cgil.
Oggi gli iscritti al Convitto nazionale Domenico Cotugno dell’Aquila sono 42, ai quali si aggiungono 15 semiconvittori, ragazzi, cioè, che non frequentano a tempo pieno ma piuttosto nel doposcuola. Sono i numeri del salvataggio in extremis di una delle istituzioni più antiche della città – sotto le cui macerie nella notte del sisma trovarno la morte alcuni giovani – e che ha rischiato di non riaprire quest’anno a causa della mancanza di iscritti. Il 21 giugno con un decreto l’ufficio scolastico regionale stabilì infatti che non avrebbe riaperto, perché, con appena 18 iscrizioni, non si raggiungeva l’organico di fatto. Fra pochi giorni l’istituto potrà invece riprendere normalmente le sue attività scolastiche, ma le soluzioni straordinarie che hanno portato a raggiungere il limite minimo dell’organico potrebbero non essere sufficienti per il futuro. Soluzioni raggiunte grazie al lavoro della Flc Cgil e di alcuni movimenti studenteschi: il Movimento giovanile della sinistra, l’Unione degli Studenti, Link e School in progress che nei mesi scorsi hanno sollevato il problema davanti alla politica aquilana e all’opinione pubblica, che lo ignoravano. Ma non basta, perché quella dell’anno scolastico che sta per cominciare è, appunto, soltanto una soluzione temporanea. Rimangono aperti tutti i problemi: la mancata ricostruzione, l’impoverimento della città (persino del suo comparto sportivo, che attirava molti iscritti del Convitto) e del suo comprensorio.
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