Le imprese dell’Aquila che hanno beneficiato della sospensione delle tasse nell’immediato post sisma dovranno restituire fino all’ultimo centesimo.
Fallita e probabilmente non c’è margine per tornare indietro la trattativa tra governo italiano e istituzioni comunitarie sulla vicenda che si trascina da anni della restituzione della tasse sospese alle imprese del territorio colpito dal sisma del 2009. Per la Commissione europea sono aiuti di Stato che alterano le norme sulla concorrenza del mercato italiano ed europeo, e per questo già da alcuni anni ha aperto una procedura di infrazione contro il governo italiano.
Nonostante tutte le proposte messe in campo, la risposta alla delegazione ricevuta dai tecnici dei ministeri competenti lunedì scorso, e costituita dai parlamentari abruzzesi, dal sottosegretario uscente alla Presidenza del Consiglio con delega alla Ricostruzione Paola De Micheli, dal vice presidente della Regione Abruzzo con delega alle Attività produttive Giovanni Lolli, e dal sindaco del capoluogo Pierluigi Biondi, è stata la peggiore che si potesse attendere. Secondo una stima, sarebbero un centinaio le imprese coinvolte per un totale di 80 milioni di euro che l’Italia dovrà restituire all’Europa, somma alla quale bisogna aggiungere le sanzioni, che si annunciano salate. Commercialisti e consulenti sono al lavoro per trovare il modo per restituire le risorse cercando di generare il minor danno possibile all’economia delle singole imprese e del territorio intero. Mentre il governo sta già preparando i decreti ingiuntivi delle sanzioni.
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