Tensione e disagi tra i parenti dei pazienti ricoverati nel reparto di malattie Infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Reparto blindato e nessuna possibilità di entrare per assistere i propri parenti durante l’orario di visita.
“Da ieri alle 14 hanno fatto uscire tutti i e non ci è stato più possibile entrare”, dice una signora, che preferisce non apparire davanti alle telecamere, suo padre è ricoverato proprio nella stanza accanto al bambino cinese di 5 anni, ricoverato ieri con febbre alta e sospetto Coronavirus.
Il piccolo,, arrivato nel reparto nel tardo pomeriggio, è in isolamento tuttora. Attivata la stringente procedura prevista per i casi sospetti di Coronavirus, perché il bambino, influenzato da diversi giorni, è entrato in contatto con un parente, probabilmente il nonno, rientrato dalla Cina dopo un viaggio. E’ questa la ragione che ha indotto i medici dell’ospedale dell’Aquila ad adottare i protocolli molto rigidi tra cui anche l’invio allo Spallanzani di Roma – centro di riferimento in Italia per l’emergenza Coronavirus – degli esami che dovrebbero chiarire il ceppo del virus che ha infettato il bambino. Bocche cucite alla Asl, medici irraggiungibili, compreso il primario delle Malattie Infettive, Alessandro Grimaldi, difficile ricostruire la vicenda o quanto meno dare informazioni circostanziate e utili anche alla popolazione per la chiusura di ogni comunicazione con la Asl e l’ospedale, irraggiungibile anche l’ufficio stampa.
Un atteggiamento che di certo non aiuta né da un punto di vista della diffusione di una corretta informazione, né dal punto di vista della chiarezza che tranquilizzerebbe una cittadinanza giustamente in apprensione. Il bambino, arrivato all’ospedale tramite pronto soccorso,ieri mattina è stato prima valutato nel reparto del Pronto Soccorso pediatrico, poi trasferito in quello delle Malattie infettive. Non è il primo caso: ci sono stati anche altri “casi di passaggio”, con artisti ad esempio del Conservatorio dell’Aquila che hanno partecipato a una tournée in Cina e che avevano accusato i sintomi simili a quelli del Coronavirus, fortunatamente rientrati.
La Asl, come spiega la direttrice sanitaria Simonetta Santini, si è dotata da tempo (in linea con quanto accade in tutto il Paese) dei dispositivi di protezione personale necessari, è stata rafforzata la dotazione di medicinali e sono pronti i percorsi sanitari per fronteggiare un eventuale contagio.