Si è chiusa la procedura con cui l’Università dell’Aquila ha acquistato con 530mila euro dalla Asl l’edificio che ospitava, prima del terremoto, la sede dell’Arta, lo stabile che sorge di fronte al dipartimento di Scienze umane, nell’area dell’ex ospedale San Salvatore.
Con un atto firmato giovedì 5 marzo dal rettore dell’università dell’Aquila Edoardo Alesse, dal direttore generale dell’Arta Francesco Chiavaroli e dal manager della Asl dell’Aquila Roberto Testa, si concretizza il protocollo d’intesa firmato nel 2017 dal Comune, dall’Arta, dalla Asl e dall’università, e con cui l’ateneo metteva in sostanza a disposizione di tutti gli altri soggetti un ambizioso masterplan che trasforma l’area in un grande polo umanistico. Un punto di arrivo e di partenza verso la realizzazione di un sogno che nasce nel 2004, quando l’università dell’Aquila acquistò la cosiddetta nuova ala dell’ex ospedale San Salvatore. Da allora di acqua sotto ai ponti ne è passata tanta, compreso il sisma del 2009.
La parola ora passa al Provveditorato alle Opere pubbliche per la progettazione dell’opera e soprattutto per valutare, insieme alla Soprintendenza e all’università, la fattibilità concreta della grande sala ipogea. Il progetto del polo universitario nell’ex San Salvatore è uno dei piani strategici della passata amministrazione riportato, assieme ad altri, nel Piano di ricostruzione e proseguito dall’attuale giunta Biondi che ha sposato il progetto.
Già la passata giunta proponeva lo spostamento della sede dell’Arta (l’Agenzia regionale per la ricerca ambientale) in altro luogo più idoneo in cui ricollocare anche i suoi grandi silos. Idea che l’Arta non era convinta di perseguire, fino poi al suo definitivo convincimento. Nel frattempo però sono passati diversi anni. A sbloccare l’impasse fu la decisione dell’ex rettrice Paola Inverardi di acquistare la sede, per cui sarà l’ateneo il proprietario dell’immobile e non più il Comune.
Anche lo spostamento della ricostruzione della sede dell’Arta era uno degli obiettivi della passata amministrazione, che proponeva la sua ricostruzione a Collemaggio (dove effettivamente oggi è orientata a ricollocarsi l’Arta) oppure su viale Duca degli Abruzzi al posto della clinica medica. In quel caso si sarebbe dovuto procedere con una permuta tra Arta e Asl aquilana, con l’intervento del Comune e l’esproprio della ex sede Arta, affinché quel posto divenisse una piazza universitaria, luogo di arrivo del percorso meccanizzato dal parcheggio di viale della Croce Rossa.
LA DICHIARAZIONE DEL SINDACO:
“Grazie all’accordo sottoscritto questa mattina in Comune gli uffici dell’Arta saranno delocalizzati all’interno dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio. La vecchia sede, a due passi dal Dipartimento di scienze umane, non sarà ricostruita e l’intera area sarà riqualificata nell’ambito di un più ampio progetto promosso dall’Università. Si chiude un percorso iniziato nell’estate 2017, a poche settimane dal nostro insediamento, che ha visto questa amministrazione in prima linea per risolvere un problema – la sede dell’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente era “scomparsa” nel progetto di restyling di quei luoghi – con cui dimostriamo che è possibile ricostruire superando il dogma del dov’era e com’era. La collaborazione tra istituzioni dello Stato non può che andare a vantaggio dei cittadini e ribadiamo la vocazione “pubblica” di spazi che, altrimenti, avrebbero potuto essere sottratti alla comunità”. Lo ha dichiarato il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, nel corso della conferenza stampa che si è svolta nella sede municipale in occasione della sottoscrizione dell’accordo attuativo finalizzato alla delocalizzazione dell’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente in attuazione del protocollo d’intesa tra Comune, Regione, Arta, Università degli Studi dell’Aquila e Azienda sanitaria Avezzano-Sulmona-L’Aquila.