Verso la beatificazione Anfrosina Berardi, la giovane nata nel 1920 a San Marco di Preturo, frazione del Comune dell’Aquila, e scomparsa nello stesso paese all’età di 13 anni.
Durante l’Udienza concessa al cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, Papa Francesco, ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi, a promulgare il Decreto riguardante le virtù eroiche della Serva di Dio, fedele laica, Anfrosina Berardi. Il 6 dicembre 2020, l’Arcidiocesi di L’Aquila aveva programmato per il centenario della nascita della Serva di Dio, una solenne celebrazione eucaristica, nella frazione aquilana dove la piccola Anfrosina era nata e vissuta, testimoniando con la sua vita e con le sue sofferenze, un amore profondo per Cristo e per l’Eucaristia, ma a causa del Covid-19, tutto era stato sospeso. Il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila, si è speso in prima persona per il riconoscimento della santità della giovane aquilana: attraverso l’Ufficio Comunicazioni Sociale dell’Arcidiocesi, ha dato notizia alla Chiesa Aquilana “di questo momento molto importante per la comunità ecclesiale, infatti una figlia di questa terra, con l’approvazione delle virtù eroiche, diviene ora venerabile e la sua beatificazione è sempre più vicina”.
Anfrosina Berardi nacque in una famiglia contadina: fu educata dalla madre alla preghiera, alla recita del Rosario e alla pietà cristiana. A sette anni cominciò a frequentare la scuola elementare del paese e la catechesi nella parrocchia: verso la fine del mese di aprile 1931, la Serva di Dio cominciò ad avvertire i primi sintomi della sua lunga e dolorosa malattia, appendicite, con forti dolori addominali. Il 10 maggio venne ricoverata presso l’Ospedale de L’Aquila e fu operata quattro giorni dopo. L’intervento chirurgico non raggiunse l’effetto desiderato e i dolori, dopo un breve periodo, cominciarono ad aumentare. I familiari tentarono altri mezzi per curare la salute della piccola Anfrosina. Il fratello maggiore decise di portarla a Roma.
Fu purtroppo un tentativo vano e dopo qualche mese, Anfrosina tornò a casa. Le radiografie cui fu sottoposta notarono che si stava verificando una progressiva occlusione intestinale, di proporzioni tali da sconsigliare ogni altro intervento chirurgico. Alla fine del 1931, il fratello la riportò a Roma, e, per non farle perdere l’anno scolastico, la iscrisse alla scuola romana ”Dante Alighieri”. Anche questa volta, il male progressivamente si accentuò di più e la Serva di Dio dovette tornare nel paese natale. Il 13 ottobre 1932, in occasione della visita canonica del Vescovo, ricevette la Prima Comunione e il Sacramento della Confermazione. Trascorse gli ultimi cinque mesi della vita sempre in casa e costantemente a letto, sopraffatta dalle sofferenze. Era solita ricevere a casa la Comunione dal parroco del paese. Spesso era rapita da una profonda contemplazione del volto di Maria. Morì il 13 marzo 1933, all’età di 13 anni, circondata dai parenti, conoscenti, dal parroco e da una grande folla.