Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, in visita agli stabilimenti Riello e Brioni le cui vertenze saranno discusse la prossima settimana al ministero per lo sviluppo economico.
Il numero uno della Cgil, intanto, è tornato sulla vicenda dell’attacco alla sede del sindacato a Roma. Landini ha sottolineato che dopo l’attacco alla sede della Cgil, “c’era bisogno che il Paese, la
democrazia, i cittadini, tutti i democratici sani di questo paese, che sono la maggioranza assoluta, in questo momento prendano la parola e dicano non solo che queste cose non si fanno più ma che noi non vogliamo arretrare”.
“Sono convinto che domani la manifestazione a Roma sarà una grande manifestazione e, tra l’altro, noi chiediamo che il Governo assuma un provvedimento che, applicando le leggi del nostro Paese e la Costituzione, sciolga tutte le formazioni che si richiamano al fascismo, tanto più con gli atti di violenza che sono stati messi in campo. Quando si attacca un sindacato, che in realtà è un attacco a tutte le organizzazioni sindacali, quella è una ferita alla democrazia. Un’offesa alla nostra Costituzione ed è un modo di violentare il mondo del lavoro. Sono convinto che domani sarà una bella giornata per tutto il nostro Paese”. Afferma il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini.
“Invito tutti i sinceri democratici, i cittadini del nostro Paese – aggiunge – ad essere a Roma domani perché quella non è una manifestazione per la Cgil, ma è una manifestazione per la
democrazia del nostro Paese e per estendere i diritti e le tutele nel mondo del lavoro. Sconfiggere il fascismo è stato per il nostro Paese la condizione per rinascere. Senza la sconfitta
del fascismo noi non saremmo né una democrazia né una Repubblica libera. Credo che questo sia importante che nessuno se lo dimentichi”.
“Oggi il problema non è tornare indietro perché abbiamo visto i disastri. Il fascismo ci ha portato la guerra, le leggi razziali e ha mandato alla deriva il nostro Paese. Quindi oggi –
conclude Landini – il problema è estendere la nostra democrazia e soprattutto costruire un futuro degno di questo nome”.“La legge sulle delocalizzazioni è sicuramente importante perché non ce l’abbiamo. Sicuramente non è sufficiente, servono anche delle politiche industriali che favoriscano gli investimenti nel nostro Paese e che costruiscano un rapporto con il territorio molto più forte di quello che c’è adesso”. Afferma Landini parlando della vicenda della Riello di Villanova di Cepagatti che ha deciso di chiudere e delocalizzare lo stabilimento. In particolare, 71 dipendenti rischiano di rimanere senza lavoro, oltre a 19 che saranno trasferiti.
“Serve una nuova legislazione che impedisca senza se e senza ma che una multinazionale possa chiudere o delocalizzare dalla mattina alla sera un impianto. Specie quando fa ancora profitti. Il tema è che oggi non abbiamo gli strumenti per affrontare questa materia, ossia multinazionali che stanno sul territorio, acquisiscono competenze e profitti e poi se ne vanno”. Lo ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini durante il suo incontro con gli operai della Riello di Cepagatti, azienda che verrà chiusa per decisione della multinazionale americana proprietaria del marchio che ha già delocalizzato la produzione i Polonia e al nord d’Italia, licenziando oltre 130 operai. Per Landini mancano i modi per “la difesa di un territorio già frustrato dalla crisi, perchè qui non si tratta solo di perdita del lavoro – ha spiegato davanti ai cancelli della multinazionale – ma di competenze e si fa una violenza. Riello
non è in crisi, si riorganizza per profitto e quindi non si tratta solo di soldi o di lotte per ‘restare’, ma serve un impegno per la continuità aziendale e produttiva. Ed è questo quello che chiediamo al Governo: di cambiare le leggi sbagliate nel modo del lavoro e fare in modo. ora che arrivano i soldi del Pnrr, di costruire un futuro industriale nel nostro paese”.