Nel giorno in cui l’Italia piange, si dispera e si interroga dopo il disastro della funivia Stresa – Mottarone, da poco tornata in funzione, con una cabina caduta a causa di una fune dell’impianto che ha ceduto e tante, troppe vittime, ci si domanda come sia potuto accadere. Quali sono i principi di sicurezza che devono animare tali attività, se ha inciso il periodo di fermo, quali protocolli e quale manutenzione viene fatta, quali controlli periodici.
Ad occuparsi di questo tema per Rete 8 l’ingegner Dino Pignatelli, amministratore del Centro turistico del Gran Sasso ed esperto in questo settore, proprio nei giorni in cui la funivia del Gran Sasso è chiusa per delle manutenzioni e per fare delle prove che sono già in calendario nei prossimi giorni proprio sulla fune traente.
Questo per essere al massimo della sicurezza in attesa del ritorno dei turisti e per lanciare in tal senso, in un momento in cui dopo l’accaduto è facile cedere alla paura, un messaggio rassicurante. “I controlli sono obbligatori – spiega Pignatelli – sappiamo cosa è accaduto a Stresa ma non sappiamo perché ad esempio non è entrato in funzione il meccanismo di emergenza sui freni. A maggior ragione dopo dei periodi di inattività i controlli e le prove devono essere maggiori rispetto a quando le funivie sono attive. Sul Gran Sasso proprio in questi giorni siamo chiusi per fare manutenzione sulla funivia e in programma nei prossimi giorni ci sono proprio delle prove e delle verifiche”.
Per l’ingegner Dino Pignatelli in 30 anni di attività sua in questo settore, non si era mai vista una cosa del genere, sono eventi rarissimi, qualcosa non ha funzionato ed è ovvio, è essenziale infatti che in caso di problemi che possono capitare intervengano dei meccanismi di emergenza e sicurezza.