Mercoledì riapriranno le scuole dopo tre giorni di chiusura disposta in via precauzionale dal sindaco Massimo Cialente a causa dello sciame sismico che non lascia tregua all’Aquila (sospese le attività anche dell’ateneo). Ma lo stato d’animo dei genitori e dei ragazzi resta teso.
Perché non ci sono garanzie e certezze sulla reale vulnerabilità statica degli edifici pubblici, fra cui appunto le scuole. Gli studenti del Liceo classico, di cui alcune aule sono danneggiate dagli sciami sismici che si protraggono dall’estate scorsa, continuano la loro protesta: non vogliono rientrare in edifici di cui non conoscono la reale tenuta. La struttura avrebbe, secondo uno studio della Provincia dell’Aquila risalente al 2013, un indice di vulnerabilità basso (dello 0,26%). Una situazione in cui si trovano le strutture scolastiche di quasi tutto il territorio abruzzese, e che vede impegnata la Regione e i sindaci proprio in questi giorni nella messa a punto di una squadra di tecnici esperti – con l’avvallo anche della Protezione civile – che dovranno valutare edificio per edificio.
Ma il problema è sempre lo stesso: dove e come reperire i fondi per un lavoro imponente di verifica. Intanto all’Aquila resta massima l’allerta per lo sciame sismico che oltre alla zona tra Pizzoli, Barete, Capitignano e Campotosto, sta interessando in questi giorni anche quella di Pettino, periferia ovest della città, dove c’è una faglia che si è riattivata. Negli ultimi due giorni le scosse sono diminuite, ma il Comune mantiene aperto il Coc – il Centro operativo comunale – da cui coordina tutte le operazioni.
Questa notte ancora decine le famiglie hanno dormito nelle 8 aree di accoglienza, come quella della frazione di Civita di Bagno, una delle più attrezzate della città e gestita dalla Croce Bianca, che ne ha ospitate 25.