I sindaci valutano una possibile ordinanza di stop ai Tir sulla SS16. I senatori dem D’Alfonso e Verducci presentano un’interrogazione al ministro De Micheli.
L’interdizione dell’A14 ai mezzi pesanti nel tratto fra Pescara nord/Città Sant’Angelo e Atri/Pineto su disposizione del gip di Avellino continua a ingolfare il traffico sulla SS16, creando disagi ai comuni invasi dai tir, con danni enormi. Esasperato, il sindaco di Città Sant’Angelo, insieme a Silvi e Pineto (Teramo), pensa a misure drastiche.
“Sto valutando azioni eclatanti, fino alla extrema ratio di arrivare a subire le conseguenze di un’ordinanza per vietare il transito dei mezzi pesanti sulla strada statale 16 sul territorio comunale”. L’annuncio è di Matteo Perazzetti, sindaco di Città Sant’Angelo. “Dopo il rigetto da parte del gip e vista la mancata riapertura del tratto dell’A14, non siamo più in una fase di emergenza, ma piuttosto ci troviamo di fronte a una situazione consolidata. I danni che si stanno perpetrando sono enormi e, a questo punto, quelli che si potrebbero perpetrare sono ancora più grandi. Sono in contatto costante con gli altri primi cittadini, perché c’è bisogno di spostare la questione a livello nazionale”.
“La situazione in A14 non è più sostenibile: la società concessionaria Autostrade per l’Italia deve risolverla quanto prima. Non sono accettabili, come è stato paventato, ancora sei mesi per ripristinare la normale viabilità del tratto tra Porto Sant’Elpidio e Pescara. Per questo abbiamo depositato una nuova interrogazione urgente alla ministra De Micheli per chiedere di ripristinare la regolare funzionalità dell’arteria e per accelerare i tempi di adeguamento concordati con Autostrade”. Lo annunciano i senatori Pd Francesco Verducci e Luciano D’Alfonso. “Non è in corso soltanto la paralisi dell’A14, la seconda dorsale nord-sud più importante del Paese, ma le ricadute sul traffico locale, dalla SS16 Adriatica alle strade provinciali, sono insostenibili, sia per i Comuni interessati sia per le attività economiche e commerciali, per le imprese, per le condizioni ambientali e di inquinamento. Marche e Abruzzo, mentre fronteggiano le enormi difficoltà legate al sisma, rischiano un colpo durissimo al turismo, uno dei principali asset delle due Regioni, con un danno incalcolabile a poche settimane dall’avvio delle stagioni primaverile ed estiva e la principale arteria che attraversa questi territori di fatto impraticabile”.