Nessun caso di contagio da Coronavirus in Abruzzo. I medici: “Niente allarmismi”. Dal Ministero il numero verde 1500 da chiamare in caso di dubbi.
Non ha contratto il Coronavirus il bambino cinese di circa 3 anni, residente nell’Aquilano, ricoverato in isolamento con febbre alta al reparto malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Lo hanno rivelato le analisi effettuate all’ospedale Spallanzani di Roma i cui risultati sono stati resi noti ieri sera. Il bimbo, al momento del ricovero, è stato trovato positivo al test sull’influenza. Le misure di prevenzione ministeriali e regionali erano scattate in seguito al fatto che il padre era stato alcune settimane fa in Cina, dove è tornato nei giorni scorsi. Il bambino è stato assistito dalla mamma protetta con i dispositivi di sicurezza. Sempre in serata di ieri è emerso che alla luce del miglioramento delle condizioni dei due cinesi ricoverati nel reparto malattie infettive dell’ospedale di Teramo, non è stato necessario inviare i prelievi a Roma, quindi, è escluso ufficialmente che i due siano stati contagiati dal pericoloso virus cinese.
Niente panico, basta allarmismi: è quanto continuano a ribadire i medici, parlando di Coronavirus e di paura da contagio.
“Il Coronavirus è una malattia autolimitante, che nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente come altre malattie virali”, ribadisce il dottor Arturo Di Girolamo, infettivolofgo della Asl di Lanciano Vasto Chieti e componente della task force, costituita dalla Regione Abruzzo per gestire l’emergenza del Coronavirus.
Centro di riferimento per il Coronavirus in Abruzzo è il reparto di malattie infettive, diretto dal professor Giustino Parruti, dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, individuato proprio su indicazione della Regione Abruzzo.
“I casi mortali da Coronavirus sono quelli ascrivibili a persone debilitate, come già accade con l’infuenza”, aggiunge il dottor Di Girolamo. “I sintomi iniziali sono sovrapponibili a quelli dell’influenza ed è per questo che per prima cosa occorre rivolgersi al proprio medico curante o al numero verde 1500 messo a disposizione dal Ministero della salute”.
I medici di base, spiega il dottor Di Girolamo, hanno anche il prezioso compito di limitare gli accessi al pronto soccorso, effettuando una prima analisi del paziente sottoposto a colloquio con domande di tipo epidemiologico, che calcolano le probabilità di contagio sulla base dei contatti con luoghi o persone a rischio; stessa prassi per chi chiama il numero verde ministeriale 1500.
“La diffusione del virus avviene come da normale influenza: attraverso il propagarsi di goccioline con starnuti e tosse e indirettamente per contatto”, chiarisce il dottor Arturo Di Girolamo. “Per questo è fondamentale igienizzare le mani, lavandole spesso ed evitando di tossirci o starnutirci dentro, in modo da evitare il contagio per contatto.
In caso di positività da Coronavirus si attivano immediatamente procedure di sanità pubblica, che arrivano a rintracciare i contatti del paziente con conseguente sorveglianza sanitaria. Non essendoci vaccini disponibili, quelle praticate sono semplici cure di supporto al paziente”.
È del 1° febbraio inoltre la circolare del Ministero della salute che chiarisce cosa devono fare gli studenti protagonisti di viaggi all’estero: chi rientra dalla Cina può tornare tranquillamente a ascuola o a lavoro, senza quarantene e limitazioni della libertà, ma sottoponendosi a una semplice sorveglianza sanitaria. E per qualunque dubbio resta sempre attivo il numero verde 1500.
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