L’Aquila: vertenza Ama, autisti divisi sui tagli in busta

Sul trasporto pubblico gli autisti dell’Ama a L’Aquila si dicono divisi sui tagli in busta paga; non piace l’accordo economico raggiunto con i vertici dell’azienda.

Il nuovo accordo aziendale sulla contrattazione di secondo livello raggiunto dai vertici dell’Ama, l’azienda per il trasporto pubblico cittadino, e i sindacati ora c’è. Finalmente si può cominciare a pensare alla nuova vita di Ama, l’azienda partecipata al 100 per cento dal Comune e che ha rischiato il fallimento. Ma l’accordo divide: sono 70 su 130 i lavoratori che lo hanno firmato, mentre restano barricati su posizioni diverse i dipendenti assunti prima del 1999 e che non vedono come vantaggioso il nuovo accordo che andrebbe a penalizzare la loro stabilità salariale. E’ la posizione dei 50 dipendenti del “Collettivo lavoratori Ama ’99”, gli “storici” dell’azienda, che I 50 dipendenti hanno disertato il voto sull’ipotesi di nuovo accordo perché taglia il forfait di 309 euro mensili riconosciuto dall’Ama nel ’99. Spaccatura che si cercherà di sanare con la conciliazione di mercoledì 12, ma se conciliazione non si raggiungesse, i lavoratori storici potrebbero intraprendere la via legale: un altro ostacolo per la sopravvivenza dell’azienda. Il peso della contrattazione è sceso da oltre 700mila euro a 548mila: meno risorse che hanno costretto a rivedere anche i contratti per tutti i lavoratori, compresi i vertici aziendali e i quadri. La Filt Cgil difende l’accordo di secondo livello raggiunto dopo mesi di lotta e trattative tra sindacati, vertici e politica, con l’occupazione dell’azienda e diverse proteste. L’obiettivo, ribadisce Domenico Fontana, è il salvataggio dell’azienda, il cui destino non può essere condizionato dal rischio di vertenze.

LA LETTERA DEL COLLETTIVO DEI LAVORATORI DEL ’99:
COMUNICATO STAMPA
E’ in atto da giorni un inammissibile linciaggio morale e mediatico dei dipendenti che non sono d’accordo
con il testo del nuovo contratto integrativo dell’AMA che è stato redatto con una peculiare sinergia tra
sindacati, azienda e politica.
I lavoratori che non approvano l’accordo (descritti come ingordi, ingrati e insensibili alle esigenze di
contenimento della spesa) hanno in realtà ragioni più che fondate per il dissenso.
Il nuovo contratto aziendale, infatti, non solo impone un taglio di circa il 33% delle somme riconosciute in
precedenza (su cui i lavoratori non hanno nulla da osservare, nell’ottica di fare proprie le difficoltà
economiche dell’azienda, pure in parte determinate da gestioni discutibili e clientelari del passato), ma
soprattutto pretende di rendere VARIABILI e soggette a possibili disdette dell’azienda le somme che erano
state attribuite in passato come STABILI.
In particolare, nel 1999 l’AMA propose di non pagare determinate somme dovute in base al contratto
nazionale dell’epoca per turni e straordinari, riconoscendo un forfait di 309 euro mensili che sarebbero stati
erogati per intero fino al 2025 e poi ridotti a scalare del 5% annuo dal 2026 in poi.
Tali somme, stabili e oggetto di una contrattazione e di una rinuncia fatta all’epoca in vantaggio dell’azienda,
dovrebbero divenire ora variabili, riconoscendosi la facoltà all’azienda di sospendere il pagamento dei 309
euro anche prima del 2025 (o prima che le somme siano riassorbite del tutto) senza alcuna motivazione.
I lavoratori “storici” dell’AMA che hanno fatto e fanno affidamento sulla certezza e stabilità delle somme
riconosciute loro nel 1999 a fronte di rinunce fatte all’epoca (somme che costituiscono circa ¼ dello
stipendio) si troverebbero così a rischiare che l’azienda disdetti nuovamente il contratto e loro non possano
più fare fronte alle esigenze delle proprie famiglie.
I lavoratori storici non chiedono quindi somme in più, ma solo che sia rispettato l’accordo del 1999 e le
somme rimangano stabili come era stato previsto allora.
Non inganni l’esito favorevole al nuovo contratto del referendum aziendale perché ad esso hanno
partecipato solo i dipendenti assunti dopo il 1999 che non prendono quindi la somma stabile di 309 euro
mensili e che riceverebbero in futuro somme in denaro che prima non gli erano riconosciute in busta paga.
Continueremo a difendere i nostri diritti.
COLLETTIVO LAVORATORI AMA 99

Marianna Gianforte: