La mostra su d’Annunzio all’Aurum di Pescara al centro di un’interrogazione del Pd. Il consigliere Blasioli: “115 mila euro per esporre copie”.
È bufera sulla mostra in corso all’Aurum di Pescara su Gabriele d’Annunzio e sui cento anni dall’impresa di Fiume: il Pd denuncia l’esposizione di alcune copie di documenti spacciati per originali. Il riferimento è in particolare alla “Carta del Carnaro” e alla lettera “Disobbedisco”, che dà anche il nome alla mostra, partita nel dicembre del 2019, che si concluderà il 27 settembre di quest’anno.
Gli esponenti del Pd spiegano che già dal 18 dicembre la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Lombardia ha imposto l’immediato rientro degli originali a Gardone Riviera presso il Vittoriale di d’Annunzio, cosa avvenuta l’8 gennaio scorso.
“Tutto ciò poteva essere evitato”, ha dichiarato il consigliere regionale del PD Antonio Blasioli, “perché è emerso che la Soprintendenza lombarda aveva da subito prescritto “l’immediato ritiro dei pezzi” per tre ragioni molto delicate: “la richiesta di prestito di un bene vincolato deve essere effettuata 90 giorni prima dell’evento, il bene vincolato non può essere movimentato in assenza della necessaria autorizzazione della Soprintendenza” e, non da ultimo, “secondo gli standard museali internazionali i beni cartacei non possono essere esposti per un periodo superiore a 90 giorni l’anno”.
Tutto questo per una mostra costata 115 mila euro e che vede la presenza di copie e non di originali, dopo aver anche scoperto che il costo del biglietto d’ingresso alla mostra era di 6 euro anziché di 3, così come era stato comunicato dagli organizzatori. Ora occorre fare chiarezza e per questo presenterò immediatamente un’interpellanza in Consiglio Regionale, che ha sostenuto l’iniziativa. Un’interrogazione urgente verrà invece presentata in Consiglio Comunale a Pescara dai consiglieri Catalano e Giampietro, affinché si azzeri il costo di ingresso alla mostra”.