“L’ospedale nuovo significa una sanità migliore per tutto il territorio. E’ un treno che non possiamo permetterci di perdere”. Nel dibattito sul nuovo ospedale intervengono, per la prima volta, medici e operatori sanitari del Mazzini, che dopo essersi riuniti in un comitato spontaneo, ieri mattina in una conferenza stampa hanno sottolineato l’importanza di avere un nuovo nosocomio adeguato alle esigenze attuali della sanità.
Alla conferenza stampa, per il comitato, erano presenti i primari Francesco delle Monache, Gabriella Lucidi Pressanti, Federica Venturoni, Carlo D’Ugo, Catia Cannita, Gina Quaglioni, Franco De Remigiis, e l’ex primario di Malattie Infettive Pierluigi Tarquini.
“Come operatori abbiamo vissuto prima il terremoto e poi la pandemia – ha detto il primario di Medicina Delle Monache – e abbiamo toccato con mano i limiti di una struttura progettata negli anni
’60 e che oggi non è più in grado di garantire l’eccellenza. Vediamo che il dibattito si sta concentrando su altri aspetti, sicuramente importanti, ma che rischiano di far perdere di vista quello che deve essere il vero obiettivo: avere una struttura adeguata, moderna, tecnologica, che risponda alle esigenze dei pazienti, che consenta davvero l’umanizzazione delle cure”.
Il comitato, che ha sottolineato di non voler assolutamente entrare nella discussione sulla localizzazione dell’ospedale, ha evidenziato anche tutte le criticità di una ristrutturazione della struttura, chiesta da alcuni comitati cittadini.
“Significherebbe lavorare dai 5 ai 10 anni in un cantiere – hanno sottolineato gli esponenti del comitato pro nuovo ospedale – con evidenti problematiche non solo per il lavoro dei sanitari ma per gli stessi pazienti. Inoltre significherebbe stravolgere l’architettura della struttura. Difficilmente si riuscirebbe a garantire le caratteristiche che deve avere oggi un ospedale per essere competitivo”.