Chiuse dalla Procura di Teramo le indagini su alcuni medici e infermieri nel distretto di Atri: undici presunti furbetti del cartellino alla Asl locale.
Sono undici le persone indagate perché sospettate di avere passato il badge in entrata e di essere usciti dal luogo di lavoro senza aver timbrato. Si tratta di alcuni medici e infermieri del distretto sanitario di Atri, per i quali il pm Andrea De Feis ha appena firmato l’avviso di conclusione delle indagini, ad un anno dall’inizio dell’inchiesta. Ora gli undici, alcuni dei quali avrebbero anche affidato il compito di timbrare il proprio cartellino ad un collega, rischiano di essere accusati per falsa attestazione della presenza sul luogo di lavoro o addirittura di truffa ai danni dello Stato. Niente di nuovo, per carità: il malcostume in Italia è storia antica e diffusa. Li chiamano furbetti del cartellino, sono quei dipendenti che hanno l’abitudine di timbrare in entrata e sgattaiolare fuori dall’ufficio subito dopo, magari per svolgere faccende personali che nulla hanno a vedere con la pubblica amministrazione. Casi simili si sono registrati ovunque, anche se i più clamorosi restano i video interni girati a Sanremo e a Varazze (nella foto) che immortalavano i suddetti furbetti, un Vigile e un impiegato comunale, timbrare il cartellino in ciabatte e mutande e poi tornarsene tranquillamente da dove erano venuti. Un malcostume che la recente riforma Madia ha reso più difficile, se non impossibile, come dimostra il provvedimento adottato nell’emblematico caso del Vigile senza pantaloni: è stato licenziato.