La Cgil di Chieti celebra il centenario della fondazione con il segretario nazionale, Maurizio Landini: “Siamo un paese di evasori, non di invasi!”. E sulla vertenza di Mercatone Uno: “La partita è ancora aperta”.
Alla tavola rotonda, organizzata per celebrare i cento anni della camera del lavoro della Cgil teatina presso la sede della Camera di commercio di Chieti Pescara, il segretario generale si è soffermato anche sul’attuale vicenda politica; presenti fra gli altri l’arcivescovo di Chieti Vasto Bruno Forte, il segretario regionale della CGIL Carmine Ranieri e quello provinciale Germano Di Laudo.
“In questa fase è importante riaffermare il ruolo delle Camere del Lavoro come luoghi che siano capaci di tenere assieme tutte le persone a partire da chi è giovane e da chi è precario, in una logica di solidarietà molto precisa”, ha dichiarato il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini. “È chiaro che adesso dobbiamo fare i conti con i grandi cambiamenti che ci sono stati, con una regressione dei diritti e con leggi molto sbagliate che sono state fatte, che oggi hanno reso il lavoro precario, hanno reso più facili appalti e sub appalti e le finte cooperative. Quindi il punto su cui noi ci battiamo è tornare a garantire il fatto che tutte le persone che lavorano devono avere gli stessi diritti e le stesse tutele che è la cosa che è stata messa in discussione in questi anni”.
“Ci sono stati dei ritardi e degli errori molto gravi anche da parte del governo”, ha dichiarato Landini a proposito della vertenza Mercatone Uno. “È evidente che per noi la partita è ancora aperta. È stata riconosciuta la cassa integrazione, ma c’è un problema di come si calcolano le ore e noi stiamo chiedendo che si torni all’orario pieno, non agli orari ridotti che erano legati a questa esperienza drammatica e disastrosa che si è rivelata alla fine. Poi c’è il problema oltre alla cassa integrazione di non chiudere la vicenda e di ragionare, non solo per Chieti, ma per tutta Italia, di come si darà continuità a questa esperienza e quindi di come si possano trovare soluzioni industriali che utilizzino al massimo questo marchio e questa capacità dei lavoratori”.
E sull’attualità politica Maurizio Landini ha aggiunto: “Salvare le vite non è un reato e dall’altra parte basta fare campagna elettorale: ci sono i problemi delle persone che vanno affrontati e risolti. Ci hanno fatto credere che saremmo un paese invaso, quando in realtà siamo un paese di evasori e quando il problema non è chiudere i porti, ma evitare che i giovani italiani se ne vadano via dal nostro Paese: credo che bisogna smetterla. Come Cgil, Cisl e Uil in questi mesi ci siamo mobilitati, siamo scesi in piazza e stiamo facendo delle proposte precise. Stiamo chiedendo di cambiare le politiche economiche e sociali di questo Governo, perché non stanno rispondendo alle esigenze che le persone hanno: la precarietà c’è ancora, la ripresa non c’è, abbiamo evitato per fortuna un’infrazione europea ma c’è bisogno di cambiare. Come è noto la flat tax così come l’hanno descritta fino a oggi non ci convince, perché per noi bisogna fare una vera riforma fiscale che abbassi le tasse a chi le paga, lavoratori dipendenti e pensionati, combatta davvero l’evasione fiscale e allo stesso tempo in un paese dove come dice la Banca d’Italia la ricchezza patrimoniale è quattro volte e mezzo il debito pubblico e questa ricchezza è concentrata al 50 per cento nel 10 per cento delle persone, bisogna andare a prendere i soldi dove sono per fare gli investimenti e creare lavoro”.
Il servizio del Tg8