Covid Abruzzo: le terapie intensive occupate anche dai giovani. L’assessore Verì: «Dato allarmante». E in provincia dell’Aquila arriva il personale sanitario dell’Esercito per supportare le Usca.
Anche i giovani iniziano a occupare i posti di terapia intensiva negli ospedali abruzzesi: per l’assessore regionale alla sanità, Nicoletta Verì, è questo il dato più allarmante delle ultime ore, relativo all’impennata dei contagi da Covid.
«In Abruzzo è in crescita purtroppo come in tutte le altre regioni anche il numero dei positivi, ma il dato allarmante di questa mattina è che i nuovi contagi sono prevalentemente i giovani, che hanno cominciato a occupare i posti di terapia intensiva», ha dichiarato Nicoletta Verì, assessore regionale alla sanità.
Proprio gli ultimi sviluppi dell’emergenza sanitaria in Abruzzo sono stati al centro della riunione in videoconferenza dell’unità di crisi che si è svolta ieri sera, venerdì 23 ottobre 2020, e da cui è emersa la possibilità di chiudere i centri commerciali la domenica e incrementare la didattica a distanza per le scuole superiori. Allo studio del comitato tecnico scientifico c’è inoltre una soluzione al congestionamento degli ospedali per i pazienti Covid non acuti.
«Ieri abbiamo avuto più di un incontro come comitato tecnico scientifico e come comitato dell’emergenza, da cui sono emerse le criticità della nostra regione in questa nuova ondata di contagi», ha continuato l’assessore Nicoletta Verì. «Nell’ambito di queste tue riunioni abbiamo condiviso gli interventi da attuare su tutta la nostra regione e sono emerse le criticità sui ricoveri, perché, come già detto ci sono problemi anche tra i giovani. Tuttavia, non volendo far chiudere i reparti cosiddetti positivi e non volendo interrompere tutta quella attività chirurgica che è in atto unitamente all’attività ordinaria medicosanitaria per i pazienti non covid, abbiamo ipotizzato di istituire una sede unica regionale o anche più sedi regionali, per poter mettere in degenza i pazienti covid. Si tratta di un indirizzo fondamentale, perché consentirebbe di tutelare il nostro sistema sanitario, contestualizzando le diverse situazioni e dividendo i pazienti acuti da quelli subacuti e non acuti.
Abbiamo fatto richiesta a tutte le strutture sanitarie regionali e già sono arrivate delle risposte; ora il comitato dell’emergenza sta valutando quali sono queste strutture per avere qualche indicazione in più. Non abbiamo ancora il numero concreto delle adesioni però il fatto che ci siano è un importante punto di partenza che ci dà sicurezza.
Abbiamo infine stabilito per tutto il personale sanitario, che lavora nei dipartimenti delle strutture dove c’è il maggior contagio, l’obbligatorietà a fare il tampone ogni 15 giorni per arrivare man mano a 25 e a 40.»
Intanto in provincia dell’Aquila, dove si registra un aumento preoccupante dei casi di Covid, è in arrivo il personale sanitario dell’Esercito che supporterà le Usca nelle operazioni di tracciamento dei positivi per tentare di arginare la diffusione del virus.
«Questo aiuto aggiuntivo al personale sanitario già esistente arriva dal Ministero della Difesa», ha aggiunto l’assessore Verì. «L’Italia ha messo a disposizione anche della nostra regione dei nuclei di supporto al nostro sistema sanitario. Per l’Abruzzo consiste in quattro gruppi di lavoro composti da un tenente medico e da alcuni sottufficiali infermieri e personale tecnico. Dunque per l’Abruzzo abbiamo in tutto quattro medici, undici infermieri e personale tecnico da mettere a servizio delle Usca, ossia al servizio del territorio, in modo particolare per effettuare i tamponi. In Abruzzo la provincia con il maggior numero di contagi è quella dell’Aquila, per cui l’impegno del personale sanitario dell’Esercito sarà finalizzato proprio all’effettuazione dei tamponi su tutta la provincia. Si tratta comunque di unità mobili che mettono a disposizione anche un supporto tecnologico con strutture mobili, quindi tutta la regione potrà usufruire di questo servizio a seconda dell’andamento della situazione.»