Al 69° Festival di Sanremo Il Volo guadagna il terzo posto con il brano “Musica che resta”. E il rosetano Gianluca Ginoble ironizza in dialetto con Venditti.
Dopo la vittoria dei tre tenori nell’edizione 2015 del festival della canzona italiana con “Grande amore”, Il Volo torna sul podio del teatro Ariston per il 69° Festival di Sanremo con il brano “Musica che resta”, alle spalle di Mahmood e Ultimo, rispettivamente primo e secondo classificato, e uno stuolo di polemiche che non ha esentato neppure la politica e il giornalismo. Scritto e composto, tra gli altri, anche da Gianna Nannini, e interpretato da Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, “Musica che resta” ha guadagnato il consenso del pubblico in un festival che si scopre sempre più trap, in linea con il cambiamento dei tempi musicali.
E sul terzo gradino del podio canoro sanremese c’era anche un po’ d’Abruzzo con Gianluca Ginoble, componente del trio e originario di Montepagano, frazione di Roseto degli Abruzzi in provincia di Teramo, che a Sanremo ha ironizzato in dialetto con Antonello Venditti.
Un intero paese tifava proprio per lui, il 24enne di Montepagano che con la trasmissione “Ti lascio una canzone” di Antonella Clerici dal 2009 ha preso letteralmente il volo insieme a Piero Barone e Ignazio Boschetto, conquistando anno dopo anno un numero sempre crescente di fan e calcando i palcoscenici internazionali con grande successo di pubblico.
“Per noi è una grande vittoria questa”, ha commento il trio Il Volo. “La vittoria più grande è stata la prima serata, è il pubblico che viene ai nostri concerti. Viva i giovani!”
E sulla memorabilità delle canzoni hanno aggiunto: “Pensiamo che non ci sia una formula per fare canzoni che rimangano nel tempo. Non siamo noi a decidere quali canzoni rimangono nella storia, è il pubblico”.