Sisma L’Aquila: sono passati dieci anni e il 2019 comincia con una nuova udienza in tribunale dove pendono ancora le cause che la Presidenza del Consiglio ha intentato contro i parenti delle vittime.
“E’ iniziato l’anno in cui ricorre il decimo anniversario del terremoto di L’aquila e questo anno si apre con una nuova udienza, che si terrà il 14 gennaio in tribunale a L’aquila, dove pendono ancora le cause che la Presidenza del Consiglio ha intentato contro le famiglie delle vittime. Addirittura l’avvocatura dello Stato, che rappresenta la Presidenza del Consiglio, ha chiesto la provvisoria esecuzione per somme da noi familiari contestate in toto. Tutto questo è segno dell’accanimento con cui lo Stato persegue questo giudizio e le famiglie delle vittime del sisma del 2009”. Cosi’ l’avvocato Maria Grazia Piccinini, di Lanciano, mamma di Ilaria Rambaldi, una delle 309 vittime del terremoto dell’Aquila e presidente della Onlus che porta il nome della figlia.
Con a capo Matteo Renzi, la Presidenza del Consiglio ha chiesto la restituzione della provvisionale data in seguito al processo alla commissione Grandi Rischi. Processo che in via definitiva ha visto la condanna dell’ex vicecapo della Protezione civile Bernando De Bernardinis, che ha avuto 2 anni di reclusione per omicidio colposo e lesioni in relazioni alle rassicurazioni infondate date alla popolazione aquilana alla vigilia del sisma. Lo Stato, dopo la sentenza di primo grado, in cui erano stati condannati tutti i membri della commissione, aveva elargito provvisionali.
A seguito dell’assoluzione, in Appello, di 6 dei 7 componenti della commissione, con contemporanea estromissione dal processo di numerose parti civilli costituite, lo Stato, con atto di citazione, ha chiesto indietro i soldi. Fatti analoghi sono accaduti ai familiari delle vittime della Casa dello Studente. ”
“Ai tempi del Pd, in sede di Question time, – riprende Piccinini – l’onorevole Finocchiaro aveva assicurato che il Governo era intenzionato a trovare una soluzione. Cambiato il Governo, dimenticato tutto. Ed allora io nel giugno 2018, ho inviato una pec al presidente del Consiglio, Giiuseppe Conte, nella quale lo informavo dell’esistenza di queste cause e chiedevo un incontro per cercare di sistemare la vicenda, anche perchè, sin dal primo momento, il premier, nelle sue varie e innumerevoli apparizioni, ha dichiarato di essere ‘l’avvocato degli italiani’ e di voler incontrare le persone che glielo chiedono. Non ho mai avuto risposta.”