Una proroga a scadenza, fino al prossimo 31 dicembre, “come scadono gli yogurt”. Così ironizzano per rompere la tensione, dall’Ufficio speciale per la ricostruzione del cratere sismico dove da poche ore ha ripreso il suo lavoro il dirigente Paolo Esposito.
Ci si scherza su, perché la situazione è invece molto seria. La presidenza del Consiglio dei ministri ha prorogato sino alla fine dell’anno l’incarico manageriale scaduto a Esposito il 30 novembre scorso generando l’effetto di bloccare la fase autorizzativa dei progetti approvati e di conseguenza l’erogazione dei fondi, che spetta solo ed esclusivamente, per legge, al capo dell’ufficio firmare.
Con la proroga del consiglio dei ministri per Esposito è partita una fase di vacatio di pochi giorni, ma non c’è ancora nulla di certo sulla proroga dell’incarico anche per i prossimi tre anni e che dovrebbe ripartire da gennaio.
Una situazione che preoccupa i sindaci, in particolare il coordinatore dei Comuni del cratere sismico, Franceso Di Paolo, sindaco di Barisciano, perché si tratta di lasciare in sospeso il processo di ricostruzione di 166 Comuni fra quelli dentro e fuori il cratere sismico.
Proprio nel corso del 2015 la macchina organizzativa è finalmente partita in maniera efficiente e la ricostruzione è entrata nel vivo. Sono infatti almeno 100 i cantieri partiti nei centri storici dei Comuni, tanti i cantieri anche della ricostruzione pubblica e delle scuole, e una cinquantina i piani di ricostruzione approvati e firmati, strumenti fondamentali non solo da un punto di vista urbanistico ma anche economico e sociale.
La proroga di fine anno al contratto di Esposito suona quasi come un contentino e negli uffici dell’Usrc è corsa contro il tempo per cercare di concludere il più possibile decidendo quali progetti portare ad approvazione, quali finanziare e quali, invece, rinviare. La coda dell’anno, infatti, è la più delicata: si devono chiudere le rendicontazioni e i bilanci, firmare documentai da inviare al ministero dell’Economia.
Nei due o tre giorni realmente operativi che restano, poco si potrà fare. Si deve puntare a ottenere certezze sulla proroga – o meno, purché arrivi una posizione univoca del governo – del lavoro del manager a partire da gennaio, come chiede Francesco Di Paolo.
“La ricostruzione dei Comuni – fa notare con forza Di Paolo – non può fermarsi”.
Intanto il governo ha rinnovato per tre anni le contabilità speciali sia dell’ufficio del cratere sismico, sia per quello dell’Aquila, attraverso le quali confluiscono i fondi (miliardi di euro) per finanziare i progetti per la ricostruzione privata e pubblica. Ma se non c’è un dirigente che firma, per l’Usrc quei fondi non escono dalle casse.
Intanto anche il contratto del dirigente dell’Ufficio speciale dell’Aquila Raniero Fabrizi scadrà alla fine dell’anno. Altri problemi per la ricostruzione dell’Aquila. Lunedì una delegazione del Comune con l’assessore al ramo, Pietro Di Stefano, andrà a Roma a battere i pugni per avere la certezza che un passaggio burocratico non fermi la ricostruzione. Ci dovrebbe essere, come dice lo stesso Fabrizi raggiunto a telefono, “un problema di copertura finanziaria che il governo sta cercando di risolvere”.
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