Una cerimonia in ricordo di Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, vittime insieme agli uomini della scorta dell’attentato di Capaci: l’iniziativa si chiama “Palermo chiama, Pescara risponde”.
Oggi al tribunale di Pescara il ricordo dei magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e degli uomini della loro scorta, trucidati a Capaci 25 anni fa. All’iniziativa “Palermo chiama, Pescara risponde”, organizzata dall’Associazione Nazionale Magistrati (giunta distrettuale Abruzzo) e dalla fondazione Premio nazionale Paolo Borsellino, partecipano Giovanni Legnini (vice Presidente del Csm), Federica Chiavaroli (Sottosegretario alla Giustizia), Marco Alessandrini (Sindaco di Pescara), Valentina D’Agostino (Presidente giunta distrettuale ANM Abruzzo), Angelo Bozza (Presidente Tribunale di Pescara), Oscar Buonamano (Coordinatore del Premio Paolo Borsellino).
All’incontro interverrà Alfredo Morvillo (Procuratore di Trapani, nella foto), fratello di Francesca Morvillo e stretto collaboratore di Falcone. La chiusura della cerimonia è affidata alla Fanfara della Polizia di Stato. Tra gli appuntamenti in programma ci sono anche le mostre delle fotografie realizzate dagli studenti delle scuole che hanno aderito al progetto “Da che parte stare” e l’esposizione artistica “Omaggio a Falcone e Borsellino” del pittore antimafia Paolo Foglia. Segue la nota dell’associazione:
“A distanza di 25 anni le stragi di Capaci e di via D’Amelio sono diventate punti di non ritorno della barbarie mafiosa e dell’impegno civile antimafia dello Stato e dell’associazionismo. L’associazione nazionale Magistrati Abruzzo e il Premio Paolo Borsellino si uniscono alle tante meritorie iniziative celebrative già svolte con finalità didattiche. Non solo un evento commemorativo – di pur tragiche vicende storiche del passato – ma soprattutto un evento culturale e didattico destinato ad incidere sull’attualità come essenziale momento formativo delle coscienze. La memoria delle stragi è carica di messaggi per il nostro presente e futuro. Il ricordare fa emergere nelle coscienze in primo luogo il riconoscimento del grande e permanente debito che la nostra cultura, la nostra civiltà, la nostra stessa vita democratica hanno nei confronti di uomini e donne come Falcone, Borsellino e Morvillo”.
“La memoria di Giovanni Falcone e delle altre vittime di Capaci, insieme a quella di Borsellino e delle vittime di Via d’Amelio, costituisce sempre più elemento unificante nella crescita della cultura dei cittadini, in particolare dei giovani, e delle Istituzioni, nel contrasto alle mafie e per l’affermazione dei valori della legalità e della Giustizia”. E’ uno dei passaggi principali del messaggio inviato dal vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, al presidente della giunta distrettuale dell’Anm Abruzzo, Valentina D’Agostino, in occasione della cerimonia “Palermo chiama Pescara risponde”, in corso nella Sala Alessandrini del tribunale di Pescara, per commemorare i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, e gli uomini della loro scorta, trucidati dalla mafia a Capaci 25 anni fa. Legnini, per “impegni istituzionali già assunti e non differibili” non ha potuto partecipare all’incontro, al quale hanno preso parte, oltre alla stessa D’Agostino, il procuratore di Trapani, fratello di Francesca Morvillo e storico collaboratore di Falcone, Alfredo Morvillo, il sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiavaroli, il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, il presidente del tribunale di Pescara, Angelo Bozza, e il coordinatore del Premio Paolo Borsellino, Oscar Buonamano. “Come è a voi tutti noto, l’iniziativa assunta dal Csm, su mia proposta, di pubblicare gli atti che segnarono il difficile e sofferto rapporto di Giovanni Falcone con il Consiglio ha suscitato uno straordinario interesse perché quelle pagine, finalmente desecretate, ci parlano sia delle intuizioni, dei progetti e delle conquiste di un magistrato di eccezionale valore, sia dei contrasti, delle sconfitte e della solitudine che Falcone dovette affrontare in quegli anni così fertili e così drammatici – prosegue Legnini nel suo messaggio -. Ciò che è certo è che l’eredità di quegli anni costituisce per la magistratura e per tutti i cittadini un patrimonio inestimabile per l’oggi e per il futuro, sempre più necessario per sconfiggere la criminalità e per affermare i diritti e le libertà di ciascuno”. Il vice presidente del Csm inoltre ha inviato ai partecipanti alcune copie “della straordinaria pubblicazione che raccoglie quegli atti così importanti, in segno di partecipazione ed adesione del Consiglio alla vostra bella ed importante iniziativa.
Il procuratore Morvillo ha detto “Da venticinque anni ad oggi tanto è cambiato nella lotta alla mafia. Direi tutto, radicalmente, perché oggi abbiamo una polizia giudiziaria di altissimo livello e quindi dico alla gente che può stare tranquilla perché abbiamo forze dell’ordine di alto profilo. Anche la magistratura ha seguito questa strada rispetto a tanti anni fa. Nei decenni scorsi la mafia era più forte dello Stato proprio perché il contrasto alla mafia non era all’altezza della situazione e dove qualcuno diceva che la mafia non c’era, questa proliferava e andava avanti indisturbata. Parliamo degli anni della Guerra di Mafia e degli omicidi eccellenti . Erano gli anni in cui, non appena, all’interno delle Istituzioni, nasceva un uomo coraggioso, e spinto dalla voglia di fare fino in fondo il proprio dovere, veniva facilmente individuato, isolato ed eliminato. È accaduto a uomini delle forze dell’ordine, della magistratura, della politica e così via”.