Conferenza stampa in diretta Facebook del presidente della Regione, Marco Marsilio: “Contro il Covid in Abruzzo dobbiamo essere più restrittivi”. Appello agli anziani: “State a casa”
Sollecitato sulle ragioni che lo hanno spinto ad emanare l’ordinanza che colloca l’Abruzzo in zona rossa, Marsilio ha risposto:
“Riteniamo le misure del governo non sufficienti, dobbiamo essere più restrittivi per contenere l’ondata e allentare la morsa sugli ospedali. Meglio iniziare subito la cura con la zona rossa per abbassare la curva dei contagi, fare spazio negli ospedali e uscire prima possibile da questa situazione di emergenza. Abbiamo superato la soglia critica del livello di occupazione dei posti delle terapie intensive. I nostri medici ci hanno chiesto, attraverso il comitato tecnico scientifico, di adottare misure più restrittive perché con l’attuale ritmo dei contagi gli ospedali rischiano di non poter garantire il diritto alla salute, bene primario. Le misure previste con la zona arancione non si sono rivelate efficaci, rischiavamo di travolgere tutto il sistema”.
Marsilio ha anche rivolto un particolare appello agli anziani:
“Rivolgo un appello soprattutto agli anziani ultrasettantenni di restare in casa e frequentare meno persone possibili perché rappresentano la categoria più a rischio. Confidiamo nella collaborazione di tutti per arrivare quanto prima ad una condizione di relativa normalità”.
Sul tema delle scuole aperte: sì o no?
“È un argomento che spacca in due le famiglie, il mondo scientifico e le categorie”.
A supporto di questa affermazione Marsilio cita il quotidiano Il Centro e l’articolo che mette a confronto due autorevoli, e differenti, pareri scientifici: quelli dell’infettivologo Giustino Parruti e della scienziata Antonella Santuccione:
“Sostengono tesi contrapposte: Parruti voleva chiudere tutte le scuole, la Santuccione ritiene corretto mantenere le scuole aperte per i più piccoli, che secondo alcuni studi sono meno trasmissivi del contagio e più fragili sul fronte dello sviluppo psico-fisico se privati della socialità. Se avessi aderito alla proposta della chiusura delle scuole non avrei avuto strumenti per non danneggiare le famiglie, visto che il Governo ha previsto il bonus solo per le seconde e terze medie in zona rossa”.
Marsilio ha aggiunto che comunque sul tema del sostegno alle famiglie l’interlocuzione con il governo continua. Quanto alla cassa integrazione e ai contributi a fondo perduto, il presidente ha precisato che i ritardi non sono dovuti alla Regione, dalla quale l’Inps ha già avuto tutto ciò che serve. Intanto “i pagamenti per la graduatoria del fondo perduto sono già in corso, quasi completata la prima tranche”.
Sugli strumenti a sostegno delle famiglie e delle imprese forniti i dati sulla cassa integrazione: al 6 novembre le istanze autorizzate sono 13.841 che riguardano 33.812 lavoratori per un numero di ore pari a 6.950.515 ed un importo totale di oltre 56milioni.
“La Regione – ha precisato Marsilio – non eroga la cassa integrazione direttamente. Noi abbiamo trasmesso tutto al ministero del lavoro e all’Inps e quest’ultimo dovrà erogare. Per il fondo perduto abbiamo stanziato altri 30 milioni oltre ai 20 previsti in prima istanza. Entro Natale verrà completato il pagamento per lo scorrimento dell’intera graduatoria fino ai 20 milioni e poi stiamo attrezzando gli uffici per soddisfare le ulteriori richieste di accesso alla risorsa straordinaria stanziata dalla Regione. Erogheremo fondi sino alla fine della lista dei beneficiari del fondo perduto. Mai adottata una misura così importante come sostegno economico alle imprese che si trovano oggi a fronteggiare la straordinarietà determinata dall’emergenza Covid-19. Che si aggiunge ai 12 milioni per le imprese che hanno effettuato investimenti, ai 12 milioni per le 18mila famiglie in difficoltà. Uno sforzo economico e sociale molto importante”.
E sui test antigenici:
“Presto si potrà andare in farmacia per effettuare il test antigenico rapido. Saremo tra le primissime regioni a mettere in campo questo strumento sul territorio. L’Abruzzo ha già chiesto al commissario Arcuri un quantitativo molto importante, oltre a quello di cui si doteranno le stesse farmacie”.
Quanto al futuro dopo il 3 dicembre, Marsilio ha detto: “Lavoriamo costantemente con la speranza di contenere e successivamente debellare il contagio, la normalità ci sarà ma sarà relativa almeno fino al vaccino”.
Una delle domande poste al governatore ha riguardato anche i vaccini antinfluenzali. Sono stati messi a confronto i dati relativi allo scorso anno con quelli parziali relativi a questa prima fase di vaccinazione sottolineando come, con una campagna iniziata con un mese di anticipo rispetto allo scorso anno, il numero di vaccini non sia ancora sufficiente ma esistono difficoltà di approvvigionamento per tutte le regioni italiane.
“I vaccini antiinfluenzali sono insufficienti, è vero, ma non dipende dalla Regione. Tutte hanno difficoltà di approvvigionamento perché la richiesta è alta e molto aumentata. Abbiamo acquistato un numero elevato di dosi, più alto del solito, e ne abbiamo ricevute una parte, ma la campagna vaccinale è solo all’inizio e abbiamo già vaccinato circa i tre quarti del numero di persone vaccinate l’anno scorso. 183.000 dosi di vaccino sono già state somministrate, ma ne abbiamo acquistate il doppio per soddisfare tutta la popolazione che rientra nel target, dagli over 65 agli operatori socio sanitari. I ritardi sono attribuibili all’industria del farmaco. A L’Aquila nel 2019, nell’intera campagna antinfluenzale i vaccini somministrati erano 45649, oggi 36.500, a Pescara lo scorso anno 59200 oggi 45mila, a Chieti nel 2019 furono 65. 175, oggi 48.685, a Teramo addirittura 25.500 lo scorso anno e quest’anno il numero è quasi raddoppiato”.
Più in generale, Marsilio conclude affermando che tutta la sanità mondiale è in affanno, anche gli Stati in cui è considerata di eccellenza:
“Troppo facile gridare al collasso della sanità, questa è un’emergenza senza precedenti, ma noi stiamo lavorando per affrontarla. Stiamo mettendo in campo tutte le nostre risorse per reperire spazi, la cosa difficile è trovare il personale. Per questo abbiamo stanziato più fondi per le borse di studio per gli specializzandi, soprattutto anestesisti e rianimatori”.