La Corte d’assise d’appello dell’Aquila ha ridotto a 12 anni e 8 mesi la sentenza di condanna a carico di Roberto Mucciante, il 54enne che nel 2018, a Pescara, uccise con 38 coltellate il vicino di casa Salvatore Russo.
Mucciante dichiarò di essere stato disturbato da alcuni rumori provenienti da un appartamento dello stabile. Il gup del tribunale di Pescara lo aveva condannato a 16 anni, in seguito al processo con rito abbreviato, ma in appello invece è caduta l’aggravante dei futili motivi. Questo ha innescato l’ulteriore riduzione della condanna, dopo lo sconto di un terzo della pena già applicato in primo grado alla luce del ricorso al rito speciale.
Sulla parziale riforma della sentenza potrebbe avere inciso la parziale incapacità di intendere e di volere dell’imputato, accertata dal perito nel corso del processo. La vittima e il suo carnefice vivevano nello stesso palazzo, all’angolo tra via del Circuito e via Pian delle Mele, quasi al confine con Villa Raspa di Spoltore. Il giorno del delitto l’omicida incontrò casualmente Russo lungo le scale del garage e dopo un rapido battibecco, per presunti rumori provenienti dall’appartamento del piano di sopra, Mucciante fu colto da un raptus e si accanì su Russo. Presenti anche alcuni familiari della vittima, che al momento della lettura della sentenza hanno reagito con pianti e urla di disapprovazione.