La grazia all’ex preside del Convitto nazionale dell’Aquila, il friulano Livio Bearzi è di quelle destinate a fare discutere.
Tre gli studenti che il terremoto del 2009 uccise nella struttura: per quelle morti Bearzi è stato condannato e arrestato nel 2015. Ieri la grazia concessa dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivata come una grande sorpresa per l’uomo che nel 2015 era stato condannato in via definitiva dalla Cassazione per omicidio colposo plurimo e lesioni personali per la morte di tre studenti degli studenti Luigi Cellini, Marta Zelena e Ondreij Nouzovsky e il ferimento di altri due. La sua colpa fu di non avere ristrutturato l’ edificio ottocentesco del Convitto.
A chiedere la grazia per Bearzi fu all’indomani della condanna la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, a favore si erano schierati – fra gli altri – la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, la presidente della fondazione “6 aprile per la vita” Renza Bucci. Ma cosa ne pensano gli aquilani?
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