La Procura frentana ha chiesto il rinvio a giudizio di oltre 16 persone coinvolte nell’inchiesta “Pacco Free” condotta dai Carabinieri e dalla Polizia Penitenziaria del carcere di Larino.
Secondo gli inquirenti, all’istituto penitenziario venivano recapitati pacchi postali che avrebbero dovuto contenere derrate alimentari o indumenti, ma che invece sono risultati nascondigli per la droga, hashish e cocaina. In altri casi erano i familiari ammessi ai colloqui a portare lo stupefacente nella carne cotta, negli indumenti intimi, nelle suole delle scarpe o incollato ai lembi dei pacchi di cartone destinati ai detenuti.
L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 18 marzo. L’operazione, chiamata “Pacco Free”, ha portato a sette misure di custodia cautelare, a nove denunce e al sequestro di 403 grammi di droga. Prima del blitz erano state arrestate altre due persone, si tratta di due operatori della formazione che, approfittando del loro ruolo, introducevano sostanza stupefacente nell’istituto di pena. L’indagine ha coinvolto Larino, Santa Croce di Magliano (Campobasso), Vasto (Chieti), Ciampino (Roma) e Guidonia Montecelio (Roma) ed ha visto impegnati i militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Campobasso, del Nucleo Operativo della Compagnia di Larino e del Reparto di Polizia Penitenziaria, con il supporto delle Compagnie territorialmente competenti e del Prap (Provveditorato Lazio-Abruzzo e Molise) del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria di Roma e delle unità cinofile.