L’Aquila, decreto terremoto. Tasse da restituire: tutto da decidere alla Camera

La discussione generale del decreto legge sul terremoto, già approvato dal Senato ma senza gli emendamenti per innalzare la soglia del “de minimis” da 200 mila a 500 mila euro, si preanuncia una vera battaglia.

Ieri alla Camera sono stati bocciati 20 su 200 emendamenti che ad ampio raggio riguardano il decreto sul terremoto approvato dal passato Governo pochi giorni prima dell’insediamento dell’esecutivo gialloverde. Ieri l’avvio di una discussione per nulla agevole, come si è visto con la bocciatura dell’emendamento per il ritorno al Durc per congruità, abolito nel gennaio 2017 e che permetteva incrociando i dati di vari enti di monitorare il flusso della manodopera e di schermare le illlegalità commesse dalle imprese. Con attualmente zone rientranti nei due crateri (come Montereale) in cui vigono due diversi tipi di Durc.

Sarà una battaglia a suon di interventi da parte dei parlamentari abruzzesi che con emendamenti trasversali cercano d’incidere sul decreto Teremoto: unico strumento anche per cercare di evitare che le 350 imprese e professionisti che dopo il terremoto del 2009 si sono visti sospendere le tasse, adesso debbano restituirle con more e interessi perché l’Unione europea li ritiene aiuti di Stato. Si tratta di circa 100 mln di euro che mettterebbero in ginocchio un intero territorio. La discussione in aula riparte oggi, dove a partire dalle 16 i parlamentari abruzzesi riprenderanno il filo dei dibattito interrotto ieri alle 20,30. Interventi appassionati e determinati quelli dei parlamentari, in particolare i deputati dem Camillo D’Alessandro e Stefania Pezzopane in un dibattito portato avanti emendamento per emendamento, senza ostruzionismo, seguendo una strategia precisa: chiedere al Governo di spiegare le motivazioni della sua reticenza ad approvare una serie di azioni vitali per una regione colpita al cuore dal terremoto, e che sembra scomparsa dall’agenda delle priorità.

Già nei giorni scorsi durante un tavolo all’Aquila con i sindaci, i professionisti e alcuni parlamentari, il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli aveva spiegato come si intende procedere:

Come comunità – aveva detto Lolli – continueremo la battaglia con l’Europa per chiedere che la disciplina sugli aiuti di Stato, in caso di calamità naturale, venga rivista e modificata”.

Si cerca dunque di approfittare dell’ulteriore provvedimento di proroga di 60 giorni concesso dal Governo (e che verrà pubblicata in Gazzetta Ufficiale prima del 23 luglio), in tempo (si spera) per bloccare i provvedimenti di riscossione avviati dal Commissario straordinario Maria Margherita Calabrò”.

E si spera che l’ok ai restanti emendamenti arrivi oggi, con l’approvazione alla Camera dei Deputati del Decreto Terremoto.

Oltre al pacchetto di emendamenti che riguarda tutti i crateri sismici a partire dal 2009, ci sono ancora quelli per L’Aquila e che riguardano diversi problemi insoluti: oltre all’eliminazione del doppio Durc il cui emendamento è stato bocciato, anche la questione dei mille dipendenti che lavorano alla ricostruzione nelle quattro regioni colpite dal sisma nel 2016 e nel 2017, i cui contratti scadranno a fine anno. Una battaglia però ancora tutta da combattere.

IL SERVIZIO DEL TG8: