L’Aquila e Pescara, quel primato conteso da 46 anni, il commento del sindaco del Capoluogo di Regione, Pierluigi Biondi.
Una vicenda “risibile” e senza senso, su cui “il Consiglio comunale dell’Aquila non risponderà, perché frutto di isteria dettata dal clima pre elettorale”, così il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi commenta il voto con cui ieri il Consiglio comunale di Pescara ha approvato un ordine del giorno, sbaragliando la maggioranza di centrosinistra, con cui chiede formalmente la modifica dello Statuto e il cambio di capoluogo dall’Aquila alla città adriatica. Una questione che riporta indietro nel tempo, a quei moti del 1971 che trasformarono L’Aquila in una scena di guerriglia urbana per difendere il ruolo del capoluogo di regione messo in discussione. Una decisione che riavvolge il nastro del tempo e della storia, e che ha l’effetto di esacerbare da un punto di vista istituzionale, politico e sociale ancora una volta il rapporto fra le due città dopo la parentesi di pace e di vicinanza negli anni del post-sisma. All’iniziativa del centrodestra pescarese risponde compatto il consiglio comunale dell’Aquila, che questa mattina ha approvato un documento emerso dalla conferenza dei capigruppo che difende il ruolo di L’Aquila capoluogo, come spiega il vicesindaco forzista, Guido Quintino Liris. “Il consiglio comunale è unito, l’opinione collettiva è che non siamo nelle condizioni e non abbiamo la volontà di prestare il fianco a un duello pre-elettorale che vede due opposte parti politiche contrapporsi con atteggiamenti di bullismo e machismo politico per raggiungere i loro fini elettoralistici. Un problema della politica di oggi, ribadisce Liris, quello di rincorrere l’estemporaneità invece di governare in modo concreto e intelligente le esigenze del suo territorio e delle sue comunità. Un comportamento che mette in imbarazzo tutta la regione, tra l’altro su una questione – quella dello spostamento del titolo di capoluogo di regione da una città all’altra – che a livello amministrativo è impercorribile.”