Circa 2.500 alloggi realizzati da cooperative edilizie e società su aree così dette “Peep”, ossia a edilizia economica popolare, di proprietà del Comune, in zone periferiche come Pettino, Coppito, Santa Barbara sulle quali negli anni ’60 veniva incentivata la crescita.
Da 40 anni i residenti di altrettanti alloggi aspettano di uscire da una sorta d’inspiegabile limbo e di diventare, finalmente, proprietari delle arre su cui sorgono le loro case. E’ un’altra storia di ordinaria burocrazia all’italiana, che finalmente con una delibera del consiglio comunale, ieri ha trovato la sua via d’uscita. In sostanza negli anni ’60 casi si permetteva di edificare in “diritto di superficie”, ossia la proprietà del terreno era del Comune e le cooperative edificavano per legge soltanto con il diritto, appunto, a edificare. Aree che però, avrebbero potuto diventare di proprietà, pagando il dovuto al Comune.
I soci delle cooperative diventavano in sostanza proprietari degli appartamenti ma non delle aree di sedime: un problema non di poco conto per le transazioni immobiliari, tra cui la svalutazione del bene. La delibera di ieri riconosce e fissa delle quote ben precise per trasformare il diritto di superficie in quello di proprietà, come da anni chiedono i cittadini: un passaggio per il quale il Comune si aspetta 10 milioni di euro di introiti nelle sue bistrattare casse.
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