Il Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio esprime il suo cordoglio personale e quello dell’intera Assemblea legislativa alla famiglia dell’ex parlamentare e stimato politico abruzzese Pio Rapagnà.
“Ci siamo incrociati in Regione molte volte – afferma Di Pangrazio – e ho sempre guardato con favore alle sue nobili battaglie in campo ambientale e per i diritti della persona. Un uomo e un politico che ha sempre anteposto i bisogni dei cittadini a quelli personali e che ha lottato fino alla fine affinché ad ognuno fosse garantita una abitazione dignitosa a prescindere dal proprio status sociale. Mi unisco al dolore della sua famiglia a cui va la vicinanza dell’intero Consiglio regionale e di tutti gli abruzzesi”.
Intanto stamani sarà aperta la Camera ardente a Palazzo del Mare di Roseto e nel pomeriggio, alle 16.00, si terranno i funerali nella Chiesa del sacro Cuore.
Le sue battaglie
Dalla lotta contro il passaggio dei Tir sulla SS 16 a quella per garantire il diritto alla casa, fino alle tante battaglie contro i costi della politica. Almeno 30 anni di attività su più fronti sempre in difesa dei cittadini per Pio Rapagnà, paladino dell’antipolitica, e forse per questa ragione uno dei politici più amati in Abruzzo, venuto a mancare nella notte, all’età di 73 anni, presso l’ospedale di Giulianova dove era ricoverato dallo scorso 23 maggio per un tumore allo stomaco.
Nato a Roseto degli Abruzzo il 24 settembre del 1945, Pio Rapagnà era salito alla ribalta della cronaca, alla fine degli anni ’80, per la sua dura lotta contro il passaggio dei Tir sulla SS16 che all’epoca, oltre al traffico e allo smog, provocava anche diversi incidenti, molti dei quali, purtroppo, mortali. Una battaglia durissima ma vinta con i Tir dirottati sull’A14. Ad inizi degli anni ’90 il suo incontro con Marco Pannella e la sua iscrizione al Partito Radicale, del quale fu anche dirigente nazionale, e nel 1992 la sua elezione al Parlamento, salutata da lui stesso con somma sorpresa ed entusiasmo. Una responsabilità vissuta con grande senso del dovere tanto che in poco più di un anno, prima del terremoto di Tangentopoli, Rapagnà presentò ben 30 proposte di legge e fece 70 interventi in aula. Dopo l’esperienza a Roma, il ritorno in Abruzzo dove fu anche consigliere regionale e nel 2014, con una lista civica, tentò anche la scalata a Palazzo Silone, fu promotore anche di un referendum regionale contro i costi della politica. Nel 2016 provò anche a candidarsi sindaco della sua Roseto.
Tutti lo ricordano con la sua immancabile sciarpa rossa al collo, i comizi con il megafono e le sue clamorose proteste con incatenamenti e sciopero della fame. Negli ultimi anni un’altra delle sue battaglie, quella al fianco degli assegnatari delle case popolari distrutte dal terremoto de L’Aquila del 2009, fino a defilarsi pian piano una volta trovatosi di fronte al più acerrimo dei nemici, un tumore allo stomaco che lo ha costretto ad uscire di scena. Sempre al suo fianco la sua splendida famiglia, in particolare la moglie Giovanna Forti, scrittrice e protagonista anche lei in numerose battaglie sociali al fianco dei più deboli.