Porto Pescara insabbiato: gli operatori commerciali e turistici si sentono abbandonati e danno il loro sostegno alla marineria. Intanto, stamani, vertice in Prefettura sul futuro della infrastruttura.
Di seguito pubblichiamo la nota degli operatori commerciali e turistici del porto di Pescara.
“Gli operatori commerciali e turistici del porto di Pescara esprimono vicinanza e sostegno alla marineria locale per l’ennesimo episodio di insabbiamento che ha messo a rischio vite e imbarcazioni già provate da un mestiere duro e difficile. In questa occasione, tuttavia, non si può sottacere come ormai la situazione dei traffici marittimi dello scalo pescarese sia passata nel dimenticatoio e sia sparita dall’agenda amministrativa e politica di tutti i soggetti a vario titolo competenti. Sono ormai due anni e mezzo che dal porto di Pescara sono assenti traffici di qualsiasi tipo; l’ultimo collegamento passeggeri risale all’estate 2016, l’ultima petroliera, peraltro semivuota, è approdata nel luglio 2016, mentre per rintracciare l’ultima nave con merci secche bisogna sfogliare all’indietro il calendario fino a luglio 2011. Nel frattempo le aziende hanno chiuso i battenti, decine e decine di posti di lavoro sono stati persi, attrezzature e investimenti per milioni di euro giacciono inerti o addirittura, come nel caso delle gru portuali, sono state svendute come ferro vecchio. Il dossier “porto commerciale” ormai è stato sepolto in un cassetto e sembra destinato ad essere ripescato solo una volta ultimate le nuove opere infrastrutturali (ma quando accadrà?), che pure hanno goduto del sostegno e dell’approvazione degli operatori commerciali e turistici. Nulla infatti è in cantiere per consentire una ripresa dei traffici marittimi, sia pure a scartamento ridotto; nessun dragaggio, né lo svuotamento della vasca di colmata per creare un sito di stoccaggio temporaneo; né, infine, sono state sufficienti le forme di sostegno messe in atto dalla Regione nel corso del 2016, poiché non accompagnate da alcun intervento strutturale per consentire la ripresa dei traffici. In sintesi, la cura sarà sicuramente efficace, ma prima che abbia fatto effetto il paziente sarà già morto da tempo”.