Frustate sulla schiena nuda con la corona del rosario, le presunte vittime accusano don André Facchini, ex parroco di Sant’Agostino di Lanciano, accusato di violenza privata, lesioni aggravate, ingiurie e minacce.
Sfilano i primi testi al processo contro André Luiz Facchini, 41 anni, brasiliano, ex parroco di Sant’Agostino, di Lanciano, accusato violenza privata, lesioni aggravate, ingiurie, minacce e violazioni di domicilio contro ex adepti della Legio Sacrorum Cordium, associazione religiosa da lui fondata. Oggi, a partire alle 15, per tre ore dinanzi al giudice Andrea Belli, ha testimoniato la principale vittima, un giovane di 32 anni, di Lanciano. Le parti lese sono in totale dieci. Il teste, che conobbe don Andrea nel 2008 dopo una dura crisi sentimentale con l’allora fidanzata, ha raccontato che durante le penitenze e punizioni corporali, per scacciare il demonio e salvare le anime, usciva anche del sangue. “Ci faceva strisciare anche con la lingua sul pavimento – ha aggiunto – perché diceva che la nostra coscienza era più sporca”. Il teste, che ha inoltre detto di aver fatto ricorso a terapie psicologiche e a psicofarmaci per superare i forti condizionamenti subiti, ha confermato che il presbitero rendeva note anche le confessioni. “Io – ha aggiunto – sapevo i peccati di molte persone”. Nel racconto complessivo il teste ha tratteggiato la figura del prete eccessivamente morboso, che gli faceva regali e lo portava in vacanza. “Voleva dirigermi la vita e diceva di volere il meglio perché parlava con la Madonna, Gesù e gli angeli. Mi sceglieva la fidanzata, diceva con chi uscire e di andare a letto alle 22.30. Mi sono dimesso da due lavori perché mi diceva ‘Dio ha migliori progetti per te’. Voleva che facessi l’autista del bus perché conosceva l’azienda. Nell’agosto 2011 mi sono poi allontanato perché mi sentivo schiavo”. Dall’inizio dell’inchiesta l’imputato, difeso dall’avvocato Osvaldo Piccirilli, è tornato in Brasile ed è contumace.