Scuola Abruzzo, insegnanti: “Noi deportati al nord”

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Più che buona scuola, quella di Renzi è avvelenata per 400 insegnanti abruzzesi che si sono visti trasferire nei luoghi più disparati d’Italia, soprattutto nel nord.

“Deportati”, secondo i Cobas che hanno appoggiato la protesta degli insegnanti sotto alla sede dell’Ufficio scolastico regionale, a Pescara. I docenti chiedono un incontro ai dirigenti e rivendicano trasparenza di assegnazione dei posti, oltre alla messa a disposizione di tutti i posti disponibili nelle singole realtà scolastiche. I sindacati di categoria della scuola, di Cgil, Cisl, Uil e non solo, sostengono gli insegnanti e per bocca di Elisabetta Merico, la Cisl suola spiega qual è la situazione attuale per tanti docenti abruzzesi costretti a lasciare la regione, nonostante figli e famiglie a carico e con uno stipendio non certo d’oro. I docenti meridionali, napoletani e palermitani in particolare hanno manifestato il loro dissenso per i trasferimenti soprattutto in destinazioni del nord  Italia ed ora la mobilitazione sta toccando anche altri docenti di altre regioni, come quelli abruzzesi.