E’ finita l’angoscia per i 75 Comuni fuori cratere sismico rimasti chiusi per 22 giorni per il mancato trasferimento dei fondi per la ricostruzione.
Gli Utr sono gli “Uffici territoriali per la ricostruzione” in cui materialmente vengono eseguite le pratiche legate ai progetti e ai contributi post-sisma, che vengono chiamati “di frontiera” nei Comuni che non ricadono nel cratere sismico, non perché siano meno importanti: soltanto perché sono più lontani dal centro drammatico del sisma, sono cioè quelli non ricadenti nel cratere sismico, ma che comunque hanno riportato danni aventi il nesso di causalità con il sisma del 6 aprile 2009.
Per quasi un mese tali uffici sono rimasti chiusi, e le pratiche della ricostruzione – per migliaia di progetti – sono rimaste accatastate sulle scrivanie perché non c’erano i soldi per pagare i dipendenti, 24 giovani tecnici rimandati a casa. Ieri sera finalmente la buona notizia: dopo gli allarmi lanciati anche in tempi non sospetti dai coordinatori delle aree omogenee, Francesco Di Paolo e Lanfranco Chiola, che dalla fine del 2016 evidenziavano il problema, sI è infatti sbloccato l’impasse legislativo in Parlamento. Ieri sera sono stati approvati anche gli emendamenti che prorogano i contratti ai 24 dipendenti precari degli Utr. Emendamenti ad hoc, inoltre, risponderanno a un’altra esigenza dei Comuni fuori cratere: rimettere finalmente mano ai sottoservizi, in moltissimi casi obsoleti e con antiestetici cavi aerei, non appropriati per borghi medievali e caratteristici che vogliono rinascere più belli di prima. I provvedimenti, che devono ancora passare al vaglio dell’aula dove tuttavia si escludono colpi di scena per il beneplacito del Governo, che ha anche previsto il voto di fiducia, consentiranno di riprendere l’istruttoria delle pratiche di ricostruzione relative ai 75 Comuni: secondo una stima si tratta di 680 milioni di euro di lavori per quasi 4mila immobili danneggiati.
I Comuni potranno, in sostanza, rinnovare ad aprile i contratti scaduti il 28 febbraio. I 24 tecnici erano stati assunti attingendo alla graduatoria del cosiddetto “concorsone” Ripam, voluto dall’allora ministro alla Coesione territoriale Fabrizio Barca per individuare un plafond di centinaia di persone per il lavoro negli uffici della ricostruzione, tra cui appunto gli Uffici territoriali. Soddisfatti i sindaci, che potranno contare sull’atteso mezzo milione di euro necessario a sanare il 2016 e per il quale i Comuni, già con casse esangui, avevano anticipato le risorse. Resta da risolvere l’annualità in corso, per la quale si aspetta la delibera Cipe prevista per la metà di aprile.
IL SERVIZIO DEL TG8: