Quello alle porte sarà un altro inverno senza Carta delle valanghe. Mentre l’inchiesta sulla tragedia di Rigopiano procede sul fronte delle responsabilità penali, la politica continua a scontare un enorme ritardo su quello della stesura della Carta Localizzazione probabili valanghe.
Uno strumento fondamentale per la prevenzione delle valanghe in una regione montana come l’Abruzzo. Una tragedia che la Carta delle valanghe avrebbe potuto evitare. Ma qual è lo stato dell’arte sulla stesura definitiva di questo strumento? Nel 2015 la Regione Abruzzo assegnò la realizzazione dei primi lotti relativi al Gran Sasso e all’Altopiano delle Rocche, nell’Aquilano, come ricorda il sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale Mario Mazzocca, che ha la delega alla Protezione civile.
Il 20% del piano è pronto – sottolinea Mazzocca – c’è ancora da redigere l’80% della Carta per la Localizzazione delle valanghe, della quale si dovrà occupare una società del nord Italia. Ci vorranno ancora 30 giorni per perfezionare l’affidamento e il contratto, soltanto a quel punto i tecnici potranno avviare materialmente la il lavoro. Un lavoro complesso e dettagliato quello che dovrà essere svolto su tutto il territorio regionale, ci vorranno mesi prima che possa approdare in Consiglio regionale. L’Abruzzo sconta 25 anni di inadempienze, come denuncia Augusto De Sanctis del Forum H2o.
Duro anche il giudizio del Movimento 5 stelle: la Regione deve ancora formalizzare l’adesione all’Associazione Ineva, che studia a livello nazionale il fenomeno delle valanghe.
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