A Villa Santa Maria, riappare per la seconda volta la scritta “DUX”, riverniciata sulla roccia grazie a una decisione del sindaco, che in passato aveva sollevato polemiche arrivate in Parlamento e nelle cronache nazionali. A denunciarlo allora, alla Camera dei Deputati, l’On. Camillo D’Alessandro, che oggi, fuori dal Parlamento, non rinuncia alla sua battaglia
“Siamo a Villa Santa Maria, nel Sangro dei patrioti della Brigata Majella, a uno sguardo dal loro sacrario. Per la seconda volta il Sindaco ha deciso di fare riemergere la scritta DUX, impressa sulla roccia dalla proponga fascista, cioè di un criminale che firmò le leggi razziali e condannò alla morte milioni di italiani.”
Attacca l’ex deputato, oggi coordinatore regionale di Italia Viva, che ricorda:
“Quando ero parlamentare sollevai il caso, se ne occupò la stampa e testate televisive nazionali. Il tempo e il disonore nel tempo hanno cancellato quella scritta, il Sindaco la fa riemergere per la seconda volta. Non vorrei che per farlo siano addirittura stati impiegati fondi pubblici. Libero di farlo proprio perché non c’è più un DUX che domina ormai solo sulla pietra.”
“Ma la domanda è perché? Può darsi che non ci si renda conto che proprio quel nome, prorio nel Sangro, prorio anche a Villa Santa Maria ha rappresentato dittatura, morte, dolore, fame? Quando si normalizza la vergogna che è stata, la vergogna continua a vivere.”