Le trattative si fanno sempre più stringenti e concreti, con colloqui e sopralluoghi tecnici e istituzionali che fanno sperare in un interesse concreto del colosso cinese delle telecomunicazioni Zte per L’Aquila.
Un interesse per la città della conoscenza, della ricerca scientifica e tecnologica, la città che rinasce dalle macerie del terremoto rinnovandosi completamente, dal tunnel intelligente dei servizi nato dall’intuizione dell’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano e diventato una realtà, alla sicurezza sismica di alto livello, sino alla sperimentazione sulla tecnologica del 5G, che non è la semplice evoluzione del 4G, come ha tenuto a precisare il sottosegretario allo Sviluppo economico Giacomelli proprio all’università dell’Aquila qualche giorno fa. I cinesi sembrano fare sul serio. Zte è la terza azienda più grande venditrice di dispositivi GSM al mondo. Dal 2011 ha un accordo commerciale con Poste Mobile. A dicembre 2016 ha stretto un accordo con Wind Tre per operazioni di consolidamento e ammodernamento delle reti Wind e 3. Oggi Ieri il Ceo del colosso delle telecomunicazioni ha incontrato il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, l’assessore alla Smart city Stefano Palumbo, il presidente della Gran Sasso Acqua Americo Di Benedetto, la rettrice Paola Inverardi e il vice presidente della Regione Giovanni Lolli nella sede della Giunta regionale, in cui sono state valutati gli elementi per porre le basi di un per aprire un centro di ricerca nel tecnopolo dell’Aquila che potrebbe abbracciare vari livelli di tecnologia, dalle telecomunicazioni all’automotive e che potrebbe vedere la luce proprio nell’ex polo elettronico di Campo di Pile, laddove un tempo sorgeva a grande Italtel.
Un nuovo investimento naturalmente per il quale è ancora tutto da fare, le trattative procedono positivamente, e che si tradurrà in nuovi posti di lavoro.
Il centro di ricerca Zte si andrebbe ad aggiungere al altri grandi progetti nazionali, dalla Thales Alenia, che collocherà all’Aquila le attività di ricerca per satelliti, alla Nuova Officina per attività connesse alla ricerca della materia oscura dell’Infn, insieme alla Gran Sasso Institute. Circostanza che ha fatto dire al vicepresidente regionale Lolli che “L’Aquila diventerà una città unica in Italia, la prima smart interamente cablata. Una sorta di Silicon Valley italiana”.