Coronavirus Abruzzo, il presidente della Regione, Marco Marsilio, al telefono su Rete8: in isolamento sanitario “attendo i risultati del tampone: “Sto bene, e lavoro più di prima”.
“Come sto? Come in guerra quindi combattiamo”, dichiara al telefono con Rete8, e poco prima con l’ANSA il governatore d’Abruzzo Marco Marsilio.
In isolamento a Roma da qualche giorno, dopo i suoi contatti con il collega Zingaretti, il presidente Marsilio oggi ha effettuato il tampone e nelle prossime ore attenderà i risultati.
“Ma lavoro di più di prima e non riesco a staccare un attimo anche volendo, tra telefonate, video conferenze e altro. Mi conforta però che stiamo facendo da giorni un duro lavoro in Abruzzo, come se la vera emergenza, quella tosta, fosse già arrivata. E quindi siamo in fase di contenimento: non so se siamo stati più bravi o fortunati, ma penso tutte e due le cose. Certo, superata questa lezione, dovremo ripensare un modello sanitario più adatto alla modernità, così come dovremo riflettere su certi modelli produttivi, magari recuperando quel minimo di autonomia nazionale che il mio partito (FdI), da tempo chiede, una quantità minima di interesse nazionale che in queste ore mi sembra emerga con chiarezza. Uno Stato nazionale generatore di un’offerta di sicurezza nei confronti dei cittadini, perché scoprire che le mascherine le producono solo in Cina ti fa capire molte cose.
Ma è un auspicio di aumento di logica continentale quella che servirebbe: così come in queste ore le stesse regioni che hanno cultura autonomista hanno ritenuto giusto che lo Stato intervenga su compiti comuni.
E parlando di Penne, dove il primo cittadino Mario Semproni, medico geriatra all’ospedale San Massimo è risultato positivo al Coronavirus, Marsilio ha aggiunto:
“Lo dicevo giorni fa al sindaco di Penne: noi pensiamo di essere marginali? Siamo una piccola realtà e figurati se a noi può accadere? E invece… a Penne abbiamo forse un focolaio importante e quindi gli ho detto ‘hai visto che la Cina è vicina?'” Marsilio, nel rivelare la battuta con Semproni, spiega che “questo fenomeno che stiamo vivendo ci dovrà stimolare a rimodulare la nostra sanità: ormai siamo tutti esposti a fenomeni più grandi delle nostre singole realtà, quindi dovremo ripensare i presidi minori come Penne per esempio, come fossimo in tempo di guerra. Se arriva l’onda lunga ci sarebbero interi reparti da ripensare”.
Il servizio del tg8: