Riaprono i ristoranti e la pesca tira un primo sospiro di sollievo, essendo stato tra i settori più colpiti dalla pandemia.
Ma la strada è ancora lunga per una normale ripresa dei consumi in una stagione comunque promettente, visto che il 70% degli italiani in estate ama mangiare pesci, molluschi e crostacei a casa e fuori. L’offerta di prodotti non manca perché in tutte le marinerie la flotta ha ripreso ad uscire in mare, ma i prezzi rimangono ancora bassi. A soffrire di più sono le zone costiere a forte vocazione turistica, dove le presenze sono ancora stentate, e in particolare le grandi imbarcazioni avendo alti costi di gestione. Va meglio per la piccola pesca che continua a scommettere con successo sulla vendita diretta, dove non mancano iniziative di successo.
E’ il quadro tracciato per l’ANSA da Fedagripesca-Confcooperative che ha effettuato un monitoraggio nelle principali marinerie. Si sta lentamente tornando alla normalità, anche se il maltempo di questi giorni ha creato qualche problema. Se nelle Marche per la prima volta in questa settimana gli operatori sono tornati a pescare regolarmente, in Abruzzo, dopo il fermo pressoché totale, ora lavorano tutti ma con meno giorni alla settimana per evitare invenduto e crollo dei prezzi. E mentre la Liguria punta sulla vendita diretta facendo conoscere anche specie meno note, in Emilia Romagna la ristorazione dà nuovo slancio alle produzioni di vongole e ostriche molto penalizzate durante il lockdown. Nel Lazio, invece, la ripresa si fa attendere insieme al turismo balneare romano del fine settimana.
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