Coronavirus Abruzzo: il senatore Pd Luciano D’Alfonso scrive al governatore Marsilio, chiedendo azioni rapide per contenere il contagio del Covid 19 nell’area della Val Fino.
I casi di contagio in Val Fino destano preoccupazione anche nel senatore Pd Luciano D’Alfonso, che, scrivendo al governatore Marco Marsilio, al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, al Ministro dell’interno Luciana Lamorgese e al capo dipartimento della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli, chiede di agire rapidamente per contenere la diffusione del Coronavirus.
“In questi giorni così complicati per il nostro Paese, si fa ogni minuto più evidente l’importanza del ruolo che ci troviamo a svolgere a servizio dei nostri territori”, scrive il senatore del Pd, Luciano D’Alfonso. “Nonostante le considerevoli misure adottate dal Governo per il contenimento dei contagi da COVID-19, permangono, all’interno delle diverse regioni, situazioni preoccupanti di cui, di ora in ora, veniamo a conoscenza direttamente dalla voce dei Sindaci, impegnati in prima persona in questa dura battaglia a servizio delle proprie comunità. È proprio a questo riguardo che non posso esimermi dal segnalare la nota situazione di forte criticità che attanaglia, in Abruzzo, la cosiddetta Vallata del Fino che ricomprende i Comuni di Castiglione Messer Raimondo, Montefino, Castilenti, Bisenti, Arsita ed Elice. Su una popolazione totale di poco meno di 8000 abitanti i sindaci riferiscono, ad oggi, 17 casi positivi al Covid-19, numerose famiglie in quarantena e isolamento domiciliare, nonché numerosi ricoverati in condizioni serie che vengono curati come COVID pur in assenza dei risultati dei tamponi. Nel solo comune di Castiglione Messer Raimondo, che ad oggi risulta quello maggiormente colpito, su una popolazione di poco più di 2000 abitanti il Sindaco a oggi riferisce: 9 casi di positività; 1 decesso da COVID-19; il decesso di un uomo la cui moglie è posta in condizioni di quarantena (sul cadavere è stato eseguito il tampone ma si è ancora in attesa del risultato); oltre 20 tamponi in attesa di risultato. Nelle varie aziende della zona, inoltre, lavorano circa 700 operai provenienti da differenti comuni abruzzesi, oltre all’aggravante della prossimità al comune di Penne che allo
stesso modo presenta numeri preoccupanti.
I sindaci della Val Fino chiedono da giorni alla Regione misure più restrittive, come avvenuto in altri comuni italiani, al fine di contenere il contagio, nonché la possibilità di effettuare i tamponi sulla popolazione per avere un quadro più chiaro della situazione e poter agire di conseguenza.
L’opportunità delle restrizioni in questione, comunicate e sottolineate con forza dal Presidente ANCI Abruzzo, Gianguido D’Alberto, non possono più aspettare e devono necessariamente trovare accoglimento e rapida soluzione, arginando e bloccando immediatamente il rischio di diffusione del contagio da e verso le zone ormai chiaramente identificate, Val Fino e comuni del pescarese collegati.
È fondamentale agire subito, riconoscendo sul piano strettamente sanitario un’emergenza eccezionale che ha colpito un’area su cui si deve intervenire con un atto forte e immediato che accolga l’appello dei Sindaci e impedisca la propagazione e lo scambio del contagio con le zone limitrofe della provincia di Pescara e con il resto della provincia di Teramo.
Sulla base della situazione epidemiologica dei territori individuati dall’autorità sanitaria, è possibile sostenere un’ordinanza regionale simile a quelle già adottate da altre regioni, da ultimo dalla Campania che lo scorso 15 marzo ha stabilito una quarantena per tutta la popolazione e divieto di entrata e uscita per il Comune di Ariano Irpino, in considerazione dell’aumento dei contagi.
Ritenuto, dunque, indispensabile, non più procrastinabile e urgente applicare una misura rigorosa per isolare il focolaio sul territorio della Val Fino e offrendo la massima collaborazione per qualsiasi misura si intenderà applicare, auspico l’assunzione immediata di soluzioni atte a dare risposta all’appello dei Sindaci che, da soli, non possono più fronteggiare la situazione di grave sofferenza che affligge i propri territori.”