Il Comune dell’Aquila passerà alle “maniere forti”, sanzionando i progettisti lenti, quelli che tardano a consegnare le integrazioni ai progetti di recupero dei palazzi privati.
In gergo tecnico per indicare le mancanze nella documentazione da presentare al Comune per poter ottenere i contributi per aprire i cantieri. Una stortura nei confronti della quale il Comune, con il sindaco Massimo Cialente e l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, hanno avviato una battaglia da settimane.
“Gli uffici chiedono delle aggiunte su alcune parti e i tecnici se la prendono con comodo”, è la denuncia dell’assessore.
Un atteggiamento che tiene fermi nelle casse del Comune (fondi dello Stato, tra l’altro) centinaia di milioni di euro, rallentando il rientro a casa e di conseguenza anche la ripresa del pagamento della Tari, una di quelle entrate locali fondamentali per il bilancio del Comune, oggi con un buco di 24 milioni.
Dato che il braccio di ferro dura da tempo il Comune studierà un modo per sanzionare i progettisti che se la prendono con comodo. Uno degli esempi più eclatanti su cui le mancate integrazioni dei progetti pesano (oltre ad alcuni chiarimenti normativi arrivati però un anno fa su come dovesse essere interpretata la natura degli appalti, se privata o pubblica) è la ricostruzione della chiesa simbolo della città: il Duomo di San Massimo, da sette anni esposto alle intemperie e in balìa delle erbacce.
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